Articolo scritto dalla Dr.ssaAlessandra Di Toro
Quando il masochismo e il sadismo riguardano un’eccitazione verso situazioni o oggetti atipici, senza nessuna condizione di disagio, sono definite dalla comunità scientifica parafilie, quando è presente la trasgressione, che esiste in ognuno di noi, il voler provare qualcosa che è diverso dall’immaginario collettivo di normalità, se invece, si supera un certo limite, e l’attrazione sessuale verso oggetti o situazioni genera una situazione di angoscia e disagio, o può arrivare a provocare danni a se stessi o agli altri, parliamo di disturbo parafilico (situazioni dettagliatamente descritte dallo psicoterapeuta e sessuologo Dott. Fabrizio Quattrini, nel suo testo “Parafilie e Devianza”). Nel BDSM invece, la coppia decide insieme e di comune accordo, di sperimentare delle pratiche, senza sintomi di patologie o di disagio.
1. Il Masochismo
Negli adulti comportamenti e fantasie di natura masochistica sono frequenti, ma possono diventare un disturbo quando causano sofferenza e creano disagio in vari ambiti di vita. Caratterizzato da comportamenti umilianti e dolorosi che generano una soddisfazione e un piacere sessuale, il masochista prova piacere quando si trova in una condizione di sofferenza.
Il termine masochismo fu introdotto da Krafft Ebing, psichiatra e neurologo tedesco, nel testo “Psychopathia Sexualis” (1886), che si ispirò allo scrittore austriaco Leopold von Sacher-Masoch, autore di romanzi nei quali descriveva scene di comportamenti sessuali umilianti e che generavano sofferenza.
Pratiche di tipo masochistico possono essere: l’essere bendati, sentirsi dominati e nello stesso tempo in una condizione di deprivazione sensoriale; essere imprigionati, bloccati e totalmente nelle mani del partner, come nel bondage, utilizzando corde o catene; l’essere frustati; ricevere scosse elettriche; essere schiaffeggiati o sculacciati; le umiliazioni come il farsi defecare o urinare addosso, inginocchiarsi e leccare i piedi del partner, dover simulare di essere un cane e abbaiare, e le offese di tipo verbale; infliggersi o farsi procurare ferite da taglio, perforazioni, o pinzature con mollette; l’asfissiofilia, deprivando il cervello di ossigeno attraverso strangolamenti o soffocamenti, pratica molto rischiosa, la perdita del controllo può portare alla morte per suicidio o per omicidio.
2. Il Sadismo
Nel sadismo la persona prova piacere nel provocare dolore, sofferenza fisica o umiliazione, alla sua vittima.
Il nome sadismo è legato allo scrittore francese marchese Donatien-Alphonse-François de Sade, che descriveva nel dettaglio le pratiche sadiche inflitte al partner, invitando i lettori ad imitare i personaggi. Ma è anche qui Krafft Ebing che descrive per la prima volta il sadismo in chiave clinica.
La persona sadica ha desiderio di umiliare e ferire l’altra persona o anche un animale, ha piacere quando l’altro soffre, prova un senso di potere nel controllare la sua vittima.
Gli atti sadici sono possibili con partner vittime oppure consenzienti.
Come accade nel masochista, fino a quando i due partner si divertono nel procurare e provare dolore, non siamo di fronte ad un disturbo, completamente diverso è invece un desiderio di fare del male che genera disagio a chi lo provoca e ovviamente a chi lo subisce, in questo caso si stratta di disturbo da sadismo sessuale.
Le pratiche messe in atto dal sadico sono varie: bendare e legare la vittima; schiaffeggiarla; sculacciarla; pizzicarla; bruciarla; procurarle ferite da taglio; infliggerle scosse elettriche; strangolarla; torturarla; mutilarla; imprigionarla; tenerla chiusa in gabbia; frustarla; farla camminare carponi; fino a pratiche estreme, veri e propri atti criminali, come la necrofilia, cioè avere rapporti sessuali con cadaveri; l’omicidio sessuale nel quale l’eccitazione sessuale è legata all’atto di uccidere; atti sadici verso animali; penetrazione anale su ragazzi giovani.
3. Il BDSM
Il BDSM è un movimento che contempla un insieme di comportamenti erotici e sessuali definibili come trasgressivi o parafilici, senza arrivare ad una diagnosi di disturbo parafilico.
I giochi erotici sono fatti nel rispetto e nella reciproca consensualità, è importante la dimensione del gioco e della complicità. Le regole stabilite fanno si che si evitino pericoli.
Due concetti importanti sono l’SSC e il RACK:
3.1 SSC (Sane, Safe e Consensual, in italiano sano, sicuro e consensuale)
Il concetto di sano si riferisce alla necessità di evitare danni fisici e psicologici al partner, evitando di improvvisare un gioco erotico estremo e invece formarsi e informarsi bene prima di iniziare, la sicurezza è la capacità di autocontrollo e di affrontare le emergenze, e la consensualità riguarda il conoscere i limiti propri e dell’altro, limiti che vanno stabiliti prima di iniziare un gioco, stabilendo delle regole, molto importante è a tal proposito la scelta della parola di sicurezza, o anche di un gesto, un segnale deciso in precedenza dai partner, che consente alla persona sottomessa di fermare il gioco in qualsiasi momento;
3.2 RACK
RACK significa invece (Risk-Aware Consensual Kink), cioè il sapere che un rischio c’è, ma essere entrambi d’accordo nel proseguire, ricordarsi quindi che c’è la possibilità che capitino incidenti.
3.3 L’Acronimo BDSM
Comprende diverse pratiche:
- B sta per Bondage, un “legame”, nel quale si utilizzano corde, lacci e nodi, corsetti o bavagli, che impediscono la libertà di movimento, di guardare, di parlare e di ascoltare. Le sensazioni fisiche provate sono intense, dal sentire le corde che scorrono sulla pelle, fino ai nodi che stringono. La pratica più diffusa è quella del kinbaku, il bondage giapponese, chiamato anche a volte shibari, ed è considerata un’espressione artistica.
- D sta per Domination, il piacere di farsi dominare, guidare dalle volontà del partner, ma indica anche disciplina, chi domina detta delle regole con relative punizioni.
- S sta per Sadismo, il piacere di creare sofferenza nell’altro, nel rispetto del partner, Sottomissione, uno dei due lascia decidere e guidare l’altro, e Schiavitù, un partner si mette a disposizione dell’altro.
- M sta per Masochismo, lo sperimentare nella sessualità, sensazioni intense provocate dal dolore.
Tipiche pratiche del BDSM, oltre al bondage, sono la mummificazione, avvolgendo il corpo del partner con materiali vari, ma facendo in modo che ci sia costrizione e immobilità e, di conseguenza, una deprivazione sensoriale, per alterare il suo modo di sentire e percepire. Anche il far colare cera calda sul corpo viene utilizzata come pratica, il frustare, il gioco dello schiavo che lucida gli stivali del partner, la sculacciata (chiamata spanking), con le mani o con oggetti, il tickling, l’arte del solletico, o la pratica del ponyplay, nella quale uno dei partner viene abbigliato con oggetti tipici per i cavalli, e dopo essere stato cavalcato o aver trainato qualcosa, viene portato in una stalla dove può mangiare da una mangiatoia e viene accudito come un cavallo vero.
Il piacere che si raggiunge con le pratiche in cui si prova dolore è dato dai recettori del dolore che, attivandosi più volte, permettono al cervello di rilasciare grandi dosi di endorfine che fanno sopportare il dolore e lo trasformano in piacere sessuale.
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