Articolo scritto dal Dr Giorgio Cornacchia
Nonostante viviamo in una società evoluta, dove il sesso e le sue rappresentazioni sono continuamente ostentati, la masturbazione rappresenta ancora una zona d’ombra; qualcosa di cui è difficile parlare, probabilmente perché rappresenta la nostra sfera più intima e privata. La masturbazione è una pratica autoerotica che consiste nella sollecitazione volontaria degli organi genitali, o di altre parti del corpo, allo scopo di ottenere piacere.
A differenza della masturbazione maschile, considerata per una serie di motivi storici, sociali e culturali un’azione consueta, la masturbazione femminile viene vista da sempre con molta meno spontaneità, nascosta da un certo alone di mistero e malizia. Essa, tuttavia, non è soltanto una pratica importante al fine di una vita sessuale soddisfacente ma una piacevole attività dagli importanti benefici sul piano fisico, psicologico e della salute globale della persona.
1. Autoerotismo e piacere sessuale: momento salubre e valorizzato sin dall’antichità
Nell’antichità la masturbazione era una pratica considerata normale. Nell’antica Grecia, dove l’idea cattolica di “peccato” non esisteva, la sessualità veniva vissuta liberamente come un’attività sana e naturale. Non c’era nulla di proibito: il piacere sessuale era considerato necessario all’equilibrio ed era piuttosto l’assenza di attività sessuale a suscitare preoccupazione. La ricerca del piacere sessuale, inoltre, non era prerogativa esclusivamente maschile. Secondo alcuni storici, infatti, le donne greche praticavano liberamente la masturbazione; a sostegno di questa ipotesi viene considerato il fatto che intorno al 500 a.C., in particolare nella città di Mileto, si sviluppa una fiorente industria artigianale specializzata nella produzione di “olisboi”, peni artificiali in legno e cuoio che venivano anche esportati in tutto il mondo greco. Anche nel mondo romano il sesso non è oggetto di riprovazione sociale o morale ma viene considerato una cosa buona, sana e normale.
2. Sessualità: bandita nel cristianesimo e recuperata all’inizio del ‘900
Almeno fino all’avvento del Cristianesimo che introducendo l’idea del peccato, degrada la sessualità ad attività impura e peccaminosa. A mano a mano che il Cristianesimo si afferma, la libertà sessuale è sempre più repressa e il piacere carnale diventa colpa. È solo all’inizio del novecento, con la nascita della Sessuologia segnata dai documenti di Havelock Ellis, dai Rapporti Kinsey e dalle ricerche di Master & Jhonson che questo atteggiamento ostile, segnante i secoli precedenti, viene abbandonato riportando la masturbazione alla sua accezione originale di autoerotismo e quindi di amore solitario e impulso sessuale appagato tramite la stimolazione del proprio corpo. Grazie ai contributi della Kaplan (1975), inoltre, la masturbazione diventa anche un vero e proprio strumento utile al trattamento di quasi tutte le disfunzioni sessuali di carattere psicologico. La terapia sessuale da lei presentata, infatti, è caratterizzata da alcune fasi definite di Focalizzazione Sensoriale I e II attraverso le quali si attua, tramite la masturbazione (da soli o in coppia, a seconda del disturbo e delle condizioni) una riscoperta delle proprie sensazioni fisiche e psichiche.
3. Masturbazione: strumento terapeutico e di ri-scoperta del proprio mondo psico-corporeo
Seguendo le teorie psicosessuologiche recenti possiamo considerare, quindi, la masturbazione come una componente molto importante nel processo di formazione della percezione di sé stessi rispetto al nostro corpo. La consapevolezza del proprio corpo, delle sue forme, del suo linguaggio e delle sue possibilità di movimento e di risposta agli stimoli esterni non è una conoscenza innata o data una volta per tutte ma si costruisce nel tempo attraverso le diverse esperienze e la loro successiva memoria. Chi siamo, cosa proviamo, come orientiamo i nostri comportamenti dipende dalla consapevolezza di essere al mondo con il nostro corpo, dipende dal nostro Sé corporeo. Sapere che il proprio corpo è fonte di sensazioni piacevoli che si possono approfondire e riprodurre, come accade con la masturbazione, porta l’individuo a un percorso di autonomia e sviluppo e fa da base per i successivi sentimenti di autostima e di autoefficacia. Dunque, la masturbazione rappresenta uno dei tanti modi per apprendere qualcosa di sé, non tanto e non solo sul piano sessuale, ma anche su quello psicologico.
Conclusione
La sessualità, sebbene sempre meno fonte di sensi di colpa e oggetto di tabù, ancora oggi, rappresenta molte volte qualcosa di mitizzato e di “staccato” dalla parte emotiva e psicologica. Soprattutto le donne hanno difficoltà a conoscersi e ad esplorare il proprio mondo sensoriale con un impatto negativo sulle proprie relazioni sentimentali.