Articolo scritto dal Dr. Luca Listone
Tutti sono spaventati da qualcosa e questo sentimento, la paura, ha un significato atavico che sottende l’evoluzione stessa. La differenza fondamentale tra la fobia e una paura razionale, tuttavia, è che il terrore generato dalla fobia interferisce con la vita di tutti i giorni. Questa paura sconvolge la tua routine, ti porta ad evitare totalmente alcune situazioni e può portarti a sperimentare un importante ansia. Quando tale sentimento è evocato dalle cose grandi, si parla di megalofobia.
1. Che cos’è la Megalofobia
La megalofobia, anche nota come “paura delle cose grandi”, è una condizione caratterizzata da intense sensazioni di ansia e paura estreme e persistenti che insorgono alla vista o al pensiero di oggetti grandi, quali ad esempio grattacieli o grossi veicoli. Tali sensazioni sono così importanti da far sì che vengano messe in atto delle misure atte ad evitare l’incontro con ciò che le scaturisce e, nei casi più severi, possono essere così pervasivi da interferire con la vita di tutti i giorni.
2. Megalofobia: sintomi e segnali
La Megalofobia rientra tra le fobie specifiche. Come si legge nel DSM 5, una caratteristica chiave di questi disturbi è che la paura o l’ansia sono circoscritte alla presenza di una situazione o di un oggetto particolari, che possono essere definiti lo stimolo fobico. La reazione allo stimolo fobico, in questo caso alle cose grandi, è diversa dalle paure normali e transitorie che si verificano frequentemente nella popolazione. Per poter diagnosticare la megalofobia, queste sensazioni devono essere intense o gravi. La quantità di paura vissuta può variare in base alla prossimità all’oggetto o alla situazione temuti e può manifestarsi in anticipo o in presenza effettiva dell’oggetto o della situazione. Inoltre, la paura o l’ansia possono prendere la forma di un attacco di panico con tutti o solo alcuni dei sintomi (cioè attacco di panico atteso): iperventilazione, aumento della frequenza cardiaca, sudore, dolore toracico e fame d’aria, nausea, vomito o diarrea, pianto e sensazione di morte imminente. Un’altra caratteristica della megalofobia, così come delle fobie specifiche in generale, è che la paura o l’ansia sono evocate quasi ogni volta che si viene in contatto con lo stimolo fobico. Per tale ragione chi ne soffre inizia ad evitare attivamente la situazione. Evitamento attivo significa che l’individuo si comporta intenzionalmente in modo da prevenire o ridurre al minimo il contatto con gli oggetti o le situazioni fobiche (per es., cambia la strada anche se molto più lunga durante gli spostamenti quotidiani per andare al lavoro per non passare davanti a edifici grandi; evita di fermarsi alle aeree di sosta in autostrada per paura di imbattersi in camion; evita di accettare un lavoro in un grattacielo). In tali casi, i comportamenti evitanti oppure il continuo rifiuto di impegnarsi in attività che comporterebbero l’esposizione all’oggetto o alla situazione fobica possono contribuire a confermare la diagnosi in assenza di palesi manifestazioni di ansia o panico.
3. Megalofobia: cause
Molti studi sono stati condotti per comprendere i meccanismi alla base della paura e, sebbene si conoscano gran parte dei processi che sottendono la paura condizionata, si sa molto meno della paura innata. Da una recente revisione della letteratura scientifica sembra che al centro dei due fenomeni responsabili della paura innata ci sia l’amigdala: essa infatti è responsabile della sensazione della paura stessa, ma anche del fallimento dei meccanismi di adattamento (e quindi di abituazione) alla paura. Le cause della fobia sono attribuite anche ad esperienze di apprendimento esterne. Pertanto, come in altre condizioni, si suppone un meccanismo multifattoriale, in cui ambienti sfavorevoli ed eventi traumatici esterni determinano in individui “vulnerabili” (da un punto di vista biologico) lo scaturirsi di risposte di ansia e paura irrazionali, incontrollabili e persistenti che configurano la fobia specifica.
4. Come superare la Megalofobia
Quando la megalofobia ha sintomi così severi da inficiare le diverse aree della vita quotidiana diventa necessario consultare uno specialista. Questo è essenzialmente di tipo psicoterapico, anche se in alcuni casi specifici potrebbe essere necessario un intervento di tipo farmacologico a supporto della terapia psicologica stessa.
5. Come curare la Megalofobia con la psicologia
5.1.TERAPIA DELL’ESPOSIZIONE
La terapia dell’esposizione è generalmente considerata l’intervento di scelta per la fobia specifica e rientra nell’approccio di psicoterapia cognitivo comportamentale. La ricerca ha supportato l’uso dell’esposizione per diversi tipi di fobie e per alcuni di questi, il trattamento può essere efficace in appena una sessione. Da una review della letteratura suggerisce che le esposizioni dovrebbero essere frequenti e prolungate, dovrebbero verificarsi in un numero di contesti diversi e con una varietà di stimoli di esposizione e dovrebbero essere completate sotto la direzione di un terapeuta.
5.2 TERAPIA BREVE STRATEGICA
La terapia breve strategica si è mostrata efficace come rimedio per il superamento della paura. L’approccio breve strategico alla terapia è evidence based; il modello prevede protocolli evoluti di terapia breve, composti di tecniche costruite ad hoc per sbloccare le particolari tipologie di persistenza proprie della megalofobia. L’intervento terapeutico è rappresentato da manovre in grado di interrompere i controproducenti circoli viziosi che alimentano tale condizione. Affinché queste manovre siano efficaci, saranno mirate a sovvertire la logica interna al problema riorientandola verso la sua soluzione. La soluzione del problema, attraverso la psicoterapia breve strategica è rappresentata, pertanto, da strategie e stratagemmi in grado di far cambiare alla persona le proprie tentate soluzioni disfunzionali, e grazie a ciò indurlo a sperimentare concretamente il cambiamento terapeutico, ossia fare in modo che il paziente modifichi effettivamente la percezione delle cose che lo costringevano a reazioni patologiche.
Conclusioni
La paura è una componente adattiva di risposta a stimoli potenzialmente nocivi; tuttavia, risposte troppo intense o inappropriate conducono a disordini cronici come le fobie specifiche. La megalofobia rientra in questa categoria ed è determinata da processi multifattoriali in cui eventi esterni determinano in individui vulnerabili una risposta di ansia e paura estreme e persistenti che insorgono alla vista o al pensiero di oggetti grandi.
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