Mettere Limiti e Dire No: Punti di Riferimento Che Fanno Crescere i Tuoi Figli

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Articolo scritto dalla Dr.ssa Maria Cascone

Se il tuo bambino, di tre, quattro o cinque anni non ti ascolta, se ti senti avvilito/a perché,  quando parli con gli insegnanti hai sempre la sensazione di non essere abbastanza capace, questo è un articolo che può esserti utile per comprendere quali siano le cause delle tue difficoltà e quali strategie puoi provare ad utilizzare per porvi rimedio.

1. Ripeto le stesse cose mille volte ma non vengo mai ascoltata/o: perché?

1.1 L’insicurezza

Può capitare che un genitore si senta scoraggiato perché malgrado creda di dire le cose al proprio figlio nel modo giusto, non venga ascoltato. E allora si taglia corto definendo il bambino ‘capriccioso’.  In realtà però, dobbiamo pensare che queste manifestazioni comportamentali, rappresentano disagio e incapacità di tollerare la benché minima frustrazione e molto spesso sono frutto di apprendimenti avvenuti tra le mura domestiche.

Il bambino percepisce più i ‘non detti’ che le parole, cioè è in grado di arrivare al nucleo della verità comunicativa che va oltre le parole che stai esprimendo. E così per esempio, se sei un genitore che dubiti sempre della correttezza del tuo operato, che ti senti continuamente insicuro, o hai sensi di colpa quando richiami il tuo bimbo, passerai a tuo figlio il messaggio che nemmeno  tu sei così certo di quale sia la cosa giusta da fare, a prescindere dalle parole che utilizzerai.

Ti ricordi, o hai mai sentito dai racconti degli anziani, che una volta bastava solo uno sguardo affinché un genitore si facesse ascoltare dal proprio figlio? Ecco, proprio da quello sguardo, senza che fossero necessarie le parole, passava il messaggio: ‘Io sono l’adulto, tu il bambino e per tale ragione prendo io le decisioni’.

1.2 Faccio del mio meglio: ma se sono troppo stanco/a non ho le energie per tener testa a mio figlio

Sicuramente oggi si vive una vita frenetica, si lavora a ritmi elevati, i bambini spesso hanno tanti impegni extrascolastici, bisogna pensare alle faccende domestiche, a fare la spesa, alle tante incombenze quotidiane e quando si trascorre del tempo col proprio figlio si è così privi di energia da non trovare le forze per tenergli testa.

Può quindi accadere che alle volte riesci ad avere il pugno fermo e a mantenere la tua linea educativa, mentre altre volte lasci andare.

Devi sapere che questo atteggiamento, paradossalmente, rafforza fortemente il comportamento problema del tuo bambino. Tuo figlio apprenderà che vale sempre la pena ‘provarci’ perché, prima o poi sarà la volta buona in cui riuscirà a raggiungere il suo scopo.

1.3 Io e il/la mio/a compagno/a spesso siamo in disaccordo e qualche volta non abbiamo una linea comune davanti a nostro figlio

Avere una/un partner che, alle volte ha una visione diversa da quella tua, non è di per sé negativo, anzi è un valore aggiunto, poiché ti può aiutare a considerare aspetti importanti di cui non ti eri reso/a conto. Il problema emerge quando le idee diverse divengono conflittualità che si manifesta davanti al bambino. Questo può generare nel bimbo, confusione ed esitazione e può far sì che impari ad utilizzare le discordie a proprio vantaggio manifestando degli atteggiamenti manipolativi.

È molto importante che ogni genitore riconosca all’altro il suo ruolo e la sua importanza per la crescita sana del bimbo. Svalutare l’altro apporta sempre una sensazione di insicurezza nel bambino che invece per un corretto sviluppo ha bisogno di punti fermi.

I confronti devono avvenire in separata sede, soprattutto quando il bambino è molto piccolo e non ha ancora sviluppato capacità critiche.

1.4 Ho paura di perdere l’amore del mio bambino

Quando si diviene genitori, inevitabilmente ci si ritrova a fare i conti con la propria esperienza di figlio. Puoi ad esempio aver attraversato un’infanzia difficile, può essere che tu non abbia ancora ora le idee chiare su alcune scelte educative dei tuoi genitori che hai vissuto come ingiustizie e che questi aspetti, più o meno inconsapevoli, dirigano il tuo fare. 

Può succedere che a causa delle tue esperienze pregresse, tu possa temere di perdere l’amore di tuo figlio, di essere disapprovata/o da lui/lei, così come è accaduto a te nei confronti dei tuoi genitori.

Lo stile genitoriale dipende da come sei stato figlio e da quanto i tuoi genitori siano per te un modello di riferimento o un modello da cui assolutamente distaccarti.

In questo caso potrebbe essere opportuno un percorso che ti faccia acquisire consapevolezza per riuscire a gestire meglio questi aspetti.

1.5 Sono un genitore solo, ho sempre paura di sbagliare

Il vissuto di chi è solo nella crescita di un bambino è molto forte. Se sei da solo a svolgere questo difficile e meraviglioso compito, devi sicuramente riuscire a tirar fuori tutte le tue energie e le tue risorse. Ricorda che le agenzie educative, la scuola, gli educatori dei centri ricreativi e sportivi che frequenta il tuo bimbo possono aiutarti, possono offrirti il supporto e la possibilità di confronto che non hai in seno alla famiglia. Può accadere che quando si ha paura di sbagliare, ci si senta in difetto e si assume l’atteggiamento di chi è sulla difensiva, anche in questo caso un percorso di consapevolezza può aiutare ad acquistare fiducia in se stessi, a guardare alle proprie abilità e ad imparare nuove strategie per aiutare il proprio bambino ad affrontare i compiti evolutivi.

1.6 Ho un bambino con disabilità, non so bene come comportarmi

Ogni bambino ha le sue peculiarità, la sua personalità, caratterizzata da tratti presenti sin dalla nascita e da aspetti che man mano si aggiungono al bagaglio del bambino e che sono frutto di apprendimento. E’ importante quindi capire quali siano le caratteristiche specifiche del tuo bambino, cogliere i suoi bisogni, ma anche dargli gli strumenti affinché diventi più autonomo possibile, partendo dalle sue potenzialità. Lo sviluppo più armonico possibile del tuo bimbo passa sempre per regole e routine che fanno sentire i bimbi più al sicuro. 

2. Perché le regole e i “No” fanno bene al mio bambino?

2.1 Perché danno al bambino senso di contenimento e sicurezza

Il bambino è per sua natura insicuro, ti sei mai accorto; ad esempio, che sin da piccolissimo, quando vede degli estranei, interpella con lo sguardo il tuo viso per decidere se preoccuparsi o meno? Non conosce ancora il mondo circostante, ha bisogno di sperimentare e per far ciò gli serve una guida. Affinché poi divenga un adulto sicuro di sé, deve aver modo di affidarsi al caregiver, di percepire che l’adulto sa cosa sia il meglio. Ciò lo porterà in seguito ad interiorizzare quella vocina guida rappresentata dai genitori, che diverrà parte della sua personalità e che lo aiuterà da adulto ad essere più sicuro di sé e a fare delle scelte.

2.2 Perché insegnano al bambino come stare al mondo e relazionarsi con gli altri

Un bambino che ha rispetto per le proprie cose e per quelle degli altri, che riesce a tollerare un no, che ha imparato che prima di prendere un nuovo gioco deve mettere a posto quello con cui non vuol giocare più, sta apprendendo le regole del vivere in una comunità. Sta imparando che anche lui ha dei compiti e che non può avere tutto e subito.  Ciò lo renderà più forte, gli insegnerà che bisogna impegnarsi alle volte per raggiungere un obiettivo e che  ci sono cose che possono avvenire a tempo debito.

3. Qualche consiglio per iniziare a sperimentare

Se dopo aver letto questo articolo hai deciso di sperimentarti, ti do’ qualche piccolo consiglio:

  1. Inizia a occuparti di una regola per volta. Se sei in una situazione di bigenitorialità, scegli insieme al tuo partner qual è la vostra priorità educativa, ad esempio che il tuo bimbo vada a letto ad una certa ora, oppure che rimetta in ordine i giocattoli, o che guardi la televisione non più di un prefissato tempo. Impegnati quindi a non scendere assolutamente a compromessi per almeno due mesi, cioè il tempo medio che un bambino impiega a fare propria una regola.
  2. Dai delle spiegazioni semplificate al tuo bimbo rispetto alle motivazioni delle tue scelte educative. Il bambino non è in grado di seguirti in lunghi discorsi. Ricordati che la cosa importante è che lui percepisca che tu sei l’adulto e che sai cosa è il meglio. Se ad esempio non vuoi che mangi un gelato perché si avvicina l’orario della cena, limitati a dare questa semplice spiegazione e sottraiti se lui ti porta lunghe ed estenuanti discussioni o piagnistei. Lascia che si prenda il suo momento per smaltire la rabbia senza che necessariamente tu interceda.
  3. Non parlate insieme al bambino. Se uno dei due genitori lo sta rimproverando, non è il caso che anche l’altro rincari la dose. Lo scopo è fare interiorizzare le regole, non mortificarlo.
  4. Utilizza meno possibile le punizioni. Piuttosto spiega con calma che certe cose devono esser fatte prima che si passi alla fase successiva della giornata. Se ad esempio tuo figlio ha lasciato tutti i giochi in giro, spiegagli ad esempio che ti spiace ma non si potrà andare alla lezione di danza prima di mettere ordine, perché la regola è questa.
  5. Rinforza i comportamenti positivi di tuo figlio. Digli che è stato bravo e spiegagli in cosa. Ad esempio puoi usare frasi del tipo: ‘Sei stato davvero molto bravo a mettere velocemente in ordine i tuoi giochi, stai proprio diventando grande’.

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