Migliorare L’ Autostima Nell’Età Adulta: Da Dove Cominciare?

Migliorare l'autostima nell'età adulta da dove cominciare

Articolo scritto dalla Dr.ssa Mirella Sgarbossa

Quando parliamo di autostima ci riferiamo alla valutazione che ognuno fa circa le informazioni contenute nel concetto di sé (cioè l’insieme degli elementi a cui una persona fa riferimento per descrivere se stessa) che deriva dai sentimenti che abbiamo nei confronti di noi stessi in senso globale.

L’autostima di un individuo è dunque basata sulla combinazione di:

  1. informazioni oggettive riguardo se stesso
  2. la valutazione soggettiva di quelle informazioni

Quindi cosa intendiamo quando parliamo di alta o bassa autostima?

  1. L’ alta autostima viene considerata una visione sana di sé: avere realisticamente delle carenze e dei difetti ma non essere ipercritici nel considerarli.
  2. Una persona con bassa autostima è, essenzialmente, convinta che ci sia poco in lei di cui andare fieri.

Ci sono diverse esperienze personali (passate e presenti) che possono influenzare l’autostima di ognuno di noi:

1. Esperienze passate (infanzia/adolescenza) 

  1. Punizioni sistematiche
  2. Abuso
  3. Fallimento nell’incontrare le aspettative dei genitori
  4. Fallimento nell’incontrare gli standard del gruppo dei pari
  5. Essere il bersaglio dello stress di altre persone
  6. Appartenere ad una famiglia o a un gruppo sociale con molti pregiudizi
  7. Essere “quello strano” a casa o a scuola.

2 . Esperienze recenti

  1. Intimidazioni al lavoro
  2. Bullismo
  3. Relazioni abusive
  4. Stress intenso o persistente
  5. Evento/i traumatico/i.

Come si automantiene la bassa autostima:

Ognuno di noi fissa per se stesso degli standard a cui attenersi quando deve raggiungere degli obiettivi o dei traguardi, e le regole che si impone sono finalizzate ad assicurarsi che questi obiettivi vengano raggiunti; le situazioni che piú spaventano sono quelle che potrebbero farci fallire laddove invece vorremmo, con tutti noi stessi, risultare vincenti.

Quando ci troviamo di fronte a una situazione che ci spaventa quello che spesso avviene è l’entrata in campo delle predizioni ansiose, cioé la preoccupazione per un possibile evento futuro. Queste predizioni ansiose, quasi sempre negative, hanno un forte impatto sia sullo stato emotivo che sul comportamento:

  1. Tendenza all’evitamento:  vari comportamenti che mettiamo in atto con lo scopo di sottrarci all’esposizione di situazioni, persone o eventi temuti.
  2. Attuazione di precauzioni non necessarie: Tutte quelle azioni che mettiamo in atto con la convinzione che ci aiutino a risolvere un problema ma che nella pratica non hanno nessun impatto positivo sull’esito del nostro problema
  3. Tendenza all’invalidazione della performance: non essere mai soddisfatti del proprio operato.

Le previsioni ansiose di solito contengono bias (errori cognitivi) che alimentano il senso di incertezza e la paura:

  1. Sovrastimare le chances che qualcosa di male possa succedere
  2. Sovrastimare quanto male andrà qualcosa se sta succedendo qualcosa di brutto
  3. Sottostimare le risorse personali per affrontare il peggio che potrebbe succedere
  4. Sottostimare le risorse esterne

3. Da dove partire per far crescere la propria autostima?

  1. Una prima cosa che puó risultare utile quando si vuole rafforzare un po’ la propria autostima è quella di tenere una sorta di diario: munirsi di un bel quaderno dove poter annotare tutti gli obiettivi che si sono raggiunti aggiungendo alcuni dettagli come: il grado di soddisfazione personale, la sensazione di autoefficacia provata e quali emozioni erano coinvolte nel percorso che hanno portato al raggiungimento dell’obiettivo.
  2. Se invece ci si trova di fronte a un possibile problema o a una situazione che scatena in noi una forte ansia, quello su cui dobbiamo lavorare é il pensiero autocritico il quale ci porta a dubitare di noi stessi e ad attivare una serie di meccanismi che come si spiegava all’inizio mantengono l’ansia come in un circolo vizioso, ecco quindi che in queste situazioni puó essere utile utilizzare una serie di domande che aiutano a ridurre il pensiero autocritico sostituendolo con un pensiero piú razionale:
  3. E’ utile per esempio chiedersi se si sta confondendo un pensiero con un fatto: spesso tendiamo a prendere alcuni dei nostri pensieri e delle nostre paure e renderli dei dati di fatto su cui poi fondiamo le noste azioni. Solo perché si crede che qualcosa é vero non è detto che lo sia, molto spesso i pensieri autocritici sono basati su esperienze sfortunate che si hanno avuto
  4. Inoltre è opportuno chiedersi quali sono le prove a favore di quello che penso su di me e quali invece le prove contrarie a quello che penso su di me.
  5. Quali prospettive alternative ci sono oltre a quella che ho preso io in considerazione
  6. Infine provare a capire quale peso e quale effetto ha su me stesso il mio modo di vedermi e di pensarmi.

Purtroppo spesso non è sufficiente affrontare la bassa autostima con alcuni esercizi, quando la poca fiducia nelle proprie risorse e capacità impatta in maniera distruttiva sulla nostra vita è utile pensare di intraprendere un percorso terapeutico mirato.

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