Mindfulness: Un’ Esperienza Guidata per Lasciar Andare L’ansia

Mindfulness_ un’esperienza guidata per lasciar andare l’ansia

Articolo scritto dalla Dr.ssa Loredana Cimmino 

Definizione di Mindfulness

La definizione più comune di mindfulness arriva da Jon Kabat-Zinn (1994) che la descrive come “una modalità di prestare attenzione al presente, momento per momento, nel qui e ora, intenzionalmente e in modo non giudicante”. Siamo molto bravi ad attaccare noi stessi e a giudicarci, a sentirci in colpa quando diamo una risposta impulsiva, ad agganciarci ai pensieri prodotti dalla nostra mente 7 giorni su 7 e 24 ore su 24. La mindfulness permette di alleviare le nostre sofferenze e di rendere la nostra vita più ricca e significativa (Siegel, 2010) perché ci aiuta a vedere le sensazioni spiacevoli da un’altra prospettiva. 

Attraverso l’allenamento quotidiano, ci impegniamo a togliere gli occhiali scuri che mettiamo senza esserne consapevoli e che limitano il nostro campo d’azione per indossare le lenti adatte a muoverci nella direzione dei nostri valori.

È importante precisare che la mindfulness non è avere la mente vuota, non è diventare impassibili, non è ritirarsi dalla vita (al contrario, ci mette in armonia con gli altri aiutandoci a sentirci più vicini), non è la ricerca della beatitudine, non è evasione dal dolore (invece che evitarlo, le pratiche ci aiutano ad aumentare la nostra capacità di viverlo).

L’impatto della mindfulness su ansia e stress

Diverse ricerche provenienti dal Laboratory for Affective Neuroscience (Laboratorio per le Neuroscienze Affettive) dell’Università del Wisconsin dimostrano che dopo le otto settimane di corso, il gruppo che aveva ricevuto l’insegnamento ha mostrato un’attivazione cerebrale dell’emisfero sinistro maggiore rispetto al gruppo di controllo rilevando miglioramenti dell’umore e una sensazione di maggiore impegno nelle loro attività (Goleman, 2003).

Inoltre, le emozioni spiacevoli come l’ansia e lo stress non vengono evitate o eliminate ma si impara a osservarle da un’altra prospettiva, quella del sé osservante che ci aiuta a diventare consapevoli del fatto che “siamo più dei nostri pensieri” (Blonna, 2012). In questo modo, riusciamo ad accoglierli con disponibilità e apertura senza essere travolti dall’ansia e dalla paura che questi contenuti normalmente eliciterebbero. 

Esperienza guidata: siediti comodo!

Ti consiglio di leggere almeno due volte il testo seguente, poi siediti comodo in un luogo tranquillo e vivi quest’esperienza fino in fondo, in modo presente e senza giudicarti.

“Assumi una posizione comoda e lascia andare giù le palpebre. Continua a respirare dolcemente sentendo l’aria che entra dalle narici, più fredda, ed esce dalla bocca, più tiepida. Ascolta i suoni che ti circondano e lasciati cullare da questi. Mentre sei impegnato ad ascoltare te stesso/a, porta alla mente qualcosa con cui stai lottando in questo momento della tua vita. Può essere qualcosa che non ti fa stare sereno, che ti turba o ti fa arrabbiare, ti rattrista, qualcosa che ti blocca. Adesso, qui ed ora, hai l’opportunità di vederti in quella situazione. Resta con questa sensazione per qualche minuto. Cosa faresti se questa sensazione fosse meno intensa? Quale strada percorreresti? Quali sono gli ostacoli che non ti permettono di andare in quella direzione? Mentre cerchi delle risposte, forse quella sensazione è già meno invadente; mollare la presa per qualche istante ha permesso di stare in quella situazione difficile e fare qualcosa, per non rimanerne intrappolati. Lentamente, riprendi contatto con la stanza, fai un sorriso sul tuo volto per esserti impegnato in quest’esperienza delicata e riapri dolcemente gli occhi” (Jacobs-Stewart, 2003).

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