Nevrosi e Sviluppo della Personalità. La Prospettiva di Karen Horney

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Articolo scritto dalla Dr.ssa Stefania Lecce

Cosa significa nevrosi? Cosa impedisce un sano sviluppo e cosa invece favorisce uno sviluppo armonico della personalità? Cosa distingue una persona nevrotica da una persona sana? 

I termini “sano” e “nevrotico” sono aggettivi spesso utilizzati nel quotidiano per offrire una descrizione delle modalità relazionali, degli atteggiamenti, delle abitudini con cui le persone vivono la propria esistenza. 

Potremmo definire la nevrosi una forma di sofferenza delle psiche, e la sanità tutto ciò che rimanda ad un funzionamento armonico che segue i ritmi naturali della vita. 

In questo articolo vorrei proporvi una riflessione sull’ultimo lavoro della psichiatra Karen Horney, Nevrosi e sviluppo della personalità (edizione del 1981), considerato il suo contributo più significativo alla teoria psicoanalitica post-freudiana. 

1. Cenni sull’Autrice

Karen Horney (1885 – 1952) è una psichiatra statunitense di origine tedesca.

Nasce come psicoanalista e successivamente si distacca dal pensiero freudiano proponendo una forma di psicoanalisi definita interpersonale-culturale, perché calata nel contesto. 

Discostandosi dal modello freudiano, pur non rifiutandone il metodo, la Horney pone al centro del processo di sviluppo umano il sentimento di sicurezza ed una visione dell’uomo più positiva rispetto a quella fornita dalla corrente psicoanalitica classica. 

Nel suo pensiero viene riconosciuto ampio spazio alle pulsioni di autorealizzazione e creatività. 

La Horney guarda all’uomo con ottimismo considerandolo in origine sano e creativo, ma danneggiato dall’ambiente negativo e dalla società. 

A tal proposito la psicoanalista statunitense utilizza una metafora per rappresentare la sua interessante prospettiva:

“Come una ghianda messa in un terreno adeguato alle proprie esigenze, con il tempo, diventa una quercia senza che nessuno glielo insegni, così ogni essere umano riesce a sviluppare le sue capacità intrinseche se gliene viene data la possibilità”.

Tra i suoi scritti ritroviamo: Psicologia femminile (1924); Autoanalisi (1942); I nostri conflitti interni (1945).

2. Di cosa parla il testo

Nell’opera Nevrosi e sviluppo della personalità (1950), Karen Horney analizza i sintomi del disagio nevrotico individuando alcuni aspetti connessi all’infanzia e all’ambiente in cui la persona cresce e si sviluppa. Il contesto familiare, sociale, culturale diventa un terreno fertile o sterile per lo sviluppo sano o nevrotico della personalità.  

Durante la sua pratica clinica ed il lavoro terapeutico l’Autrice si rende conto di come la mancanza di calore genuino ed affetto durante l’infanzia, così come atteggiamenti genitoriali ostili, sono aspetti comuni a molte storie di vita di adulti nevrotici. 

L’ambiente familiare definito primario incide, quindi, sullo sviluppo della personalità del futuro adulto.

3. Cosa favorisce uno sviluppo sano della personalità?

Tra gli aspetti in grado di favorire uno sviluppo sano della personalità del bambino ed in seguito dell’adulto la Horney individua: un’atmosfera di tenerezza, in grado di facilitare lo sviluppo di sicurezza e libertà interiore; un ambiente familiare in grado di fornire sostegno, guida, incoraggiamento alla trasformazione del bambino in individuo maturo, nel rispetto delle caratteristiche e potenzialità personali. 

La ghianda diventa quercia se trova un terreno nutriente!

4. Cosa favorisce uno sviluppo nevrotico della personalità?

Alla base di uno sviluppo nevrotico viene, invece, proposto un ambiente familiare definito “ostile”, ossia indifferente, offensivo, giudicante, sleale, falso. 

Secondo la Horney, un bambino non riconosciuto nei suoi bisogni e non amato per quello che semplicemente è non può, da solo, costruirsi un senso di appartenenza e di relazione, piuttosto sprofonda nella mancanza di sicurezza e in una vaga apprensione definita angoscia di base

Egli sente di essere solo in un mondo da lui considerato potenzialmente avverso e l’influenza dell’angoscia di base gli impedisce di avere rapporti con altri, con la spontaneità dei suoi veri sentimenti. 

5. Le soluzioni nevrotiche 

Secondo la Horney, l’individuo adotta precocemente delle tattiche per sfuggire all’ansietà di base che possono riassumersi in tre modi di disporsi verso gli altri: “verso”, “contro”, “lontano” dal prossimo. 

Nel primo caso, strategia dell’andare verso gli altri, la persona diventerà particolarmente sottomessa nel tentativo di riconquistare l’amore degli altri che teme di aver perduto. A questa dinamica possono essere ricondotti molti dei bisogni nevrotici dell’individuo associati all’affetto, e all’approvazione.

Nel caso in cui il soggetto scelga la strategia dell’andare contro gli altri, svilupperà comportamenti non meno nevrotici, ma opposti: come lo sforzo di acquisire dominio e potere, magari sfruttando gli altri o compiendo atti che dimostrino la propria superiorità. In questo caso, l’origine dell’aggressività è da ritrovarsi nell’estremo tentativo di risolvere il dilemma dell’angoscia di base. 

Infine, nel tentativo di andare lontano dagli altri, l’individuo cercherà di costruirsi un suo universo nella convinzione di poter, in quel modo, rinforzare la propria indipendenza. Questa modalità di relazione porterà al bisogno nevrotico di autosufficienza e indipendenza e al bisogno di perfezione e inattaccabilità. 

Le tendenze descritte si verificano nella maggior parte degli individui, è difficile infatti crescere e svilupparsi riuscendo ad evitare l’angoscia di base. 

Quando la necessità di sentirsi al sicuro diventa dominante i sentimenti e i pensieri del vero sé passano in secondo piano e finiscono addirittura per essere soffocati e per svanire. 

Ciò che egli sente non ha più alcuna importanza, purché egli possieda un senso di sicurezza. L’allontanamento dal vero sé introduce confusione: l’individuo non sa più quali siano i suoi scopi né chi sia.

La Horney individua un’altra strategia nevrotica nata per soddisfare quel bisogno di sicurezza originario, ossia la creazione di un’immagine idealizzata di sé e l’identificazione con essa. 

L’idealizzazione di sé stessi implica sempre una generica autoglorificazione che può fornire l’apparente sensazione di sicurezza e importanza. 

L’identificazione con il proprio sé idealizzato diviene per la persona il suo il suo sé reale in quanto soddisfa le sue esigenze. Le energie tendenti alla realizzazione di sé vengono deviate e impiegate nello scopo di attualizzare il sé idealizzato.

La persona nevrotica cerca di modellare se stessa in un essere superiore e perfetto, pone quindi dinanzi a sé quest’immagine e inconsciamente si dice: “dimentica chi sei veramente, ecco come dovresti essere!”.

L’idea di fondo è che sia necessario dover essere in grado di sopportare qualsiasi cosa per raggiungere l’immagine perfetta idealizzata.

Un’impresa questa tanto grandiosa quanto impossibile, in quanto richiede un sistema di comandi e divieti rigidi che diventano una vera e propria dittatura interiore che porta nel tempo ad auto-punizioni se l’ideale non viene raggiunto.

Orgoglio e odio verso se stessi diventano sentimenti inseparabili, perché espressione di uno stesso processo che non viene interrotto e che può, quindi, portare ad una lenta alienazione da sé.

La Horney interpreta il sintomo nevrotico come espressione di tutto il modo di comportarsi dell’individuo di fronte alla vita. L’uomo è portato per natura e per volontà all’auto-realizzazione, ma non potrà, ad esempio, esprimere le sue potenziali capacità umane se non sarà sincero con se stesso. Può giungere al completo sviluppo, nel vero senso del termine, solo se si assume la responsabilità della sua vita. 

Occuparci di noi stessi diviene un passaggio fondamentale per il nostro sviluppo.

L’Autrice, attraverso questo libro, si augura di poter aiutare le persone a raggiungere quella libertà e spontaneità creativa attraverso una comprensione di quelli che sono i fattori che ostacolano lo sviluppo.

Il suo testo ci ricorda come un percorso di psicoterapia possa essere un’occasione preziosa far riemergere tendenze costruttive e creative già presenti nelle persone, il cui sviluppo è stato impedito da relazioni inadeguate, aumentando la consapevolezza dei meccanismi nevrotici che allontanano da Sé.

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