Pensieri di Uno Psicoanalista Irriverente. Guida per Analisti e Pazienti Curiosi

Pensieri psicoanalista irriverente (1)

Articolo scritto dalla Dr.ssa Francesca Da Ronch

Esistono ancora gli psicoanalisti classici? Quelli che nel nostro immaginario comune portano la barba, fumano il sigaro e ascoltano per ore e ore pazienti stesi sul lettino del loro studio finemente arredato e un po’ barocco? 

In che modo la psicoanalisi si sta adattando, cercando faticosamente di sopravvivere nel terzo millennio?

Antonino Ferro e il giovane analista Luca Nicoli, in una conversazione avvincente, affrontano i temi più spinosi circa il cambiamento del metodo classico freudiano. 

La psicoanalisi, fin dalle sue origini, ha avuto l’ambizione e il fine di addentrarsi nelle impensabili, rendere conosciuto il non conosciuto della psiche umana. Questo è ciò che la caratterizza e la guida ancora oggi e, così, anche le sfide impensabili del terzo millennio possono essere prese per mano, con lo stesso coraggio con cui ogni giorno il paziente decide di voler esplorare il proprio mondo impensabile.  

Le regole del gioco

Le regole del gioco oggi sono cambiate, proprio perché è il gioco ad essere cambiato. 

Non si tratta più di lettino, di quattro sedute a settimana, di anni e anni di interminabili sedute. Il mondo è diverso, i pazienti e la loro vita sono diversi e con essi la psicoanalisi. 

La psicoanalisi è una possibilità per entrare in relazione con le persone, per trovare un tipo di ascolto che, nella frenesia quotidiana, ormai è così raro. Nessuno ascolta davvero e, immersi nella routine della propria vita, è sempre più facile sentirsi soli. 

Nel tempo della seduta si è sempre in due, un tempo nel quale ognuno partecipa dando il proprio contributo. Si tratta di un gioco di squadra, di una partita a scacchi, dove vincere significa avere la possibilità di creare insieme la narrazione della storia del paziente, la storia passata, mille possibili storie future, ma soprattutto il presente del qui ed ora della coppia paziente-terapeuta. Ferro ricorda di come un Autore famoso abbia detto in maniera splendida che è importante “riuscire a sognare con il paziente quelle cose che, non sognate, sono diventate sintomi” (Ferro, 2017, p.28) . 

Viaggiare leggeri

In questo viaggio verso il cambiamento, terapeuta e paziente viaggiano leggeri, con un “piccolo bagaglio a mano”, scrive Ferro, con curiosità e creatività verso l’ignoto, man mano co-costruito insieme, grazie alle mille storie che prendono vita in seduta. 

In questa partita a scacchi, il modello teorico di riferimento è la scacchiera, la griglia, ciò che guida e permette lo svolgersi del gioco. Le mosse, il ritmo, il susseguirsi di nuove tecniche sono ciò che viene dopo e permette di sentirsi in sicurezza. 

L’inizio del viaggio è il primo colloquio e i due coautori sottolineano come sia fondamentale la presenza e il contributo di entrambi i giocatori della stessa partita, l’ascolto e le domande permettono la messa in scena di ciò di cui il paziente desidera parlare come anche di ciò che non si aspetta. 

Ferro scrive: “Lanalisi dovrebbe essere una cosa bella, una cosa divertente, qualcosa che somiglia a un gioco. Dovrebbe essere qualcosa che piace e per la quale uno è disposto a impegnare energie, tempo e soldi, come quando si va a vedere una partita” 

(Ferro, 2017, p.19).

Tra le pagine di questo libro è possibile trovare un’importante sintesi dei più recenti contributi teorici e metodologici psicoanalitici, presentati con toni rilassati ed a tratti irriverenti, mossi dalla speranza di aprire così la porta della stanza d’analisi per poterci sbirciare dentro

Il coraggio di mettere in dubbio, farsi domande e avanzare critiche alla più classica ortodossia del metodo è sicuramente ciò che permette al lettore di sentirsi partecipe in questo scambio a due mani, proprio come avviene nella stanza d’analisi moderna dove entrambi i giocatori compiono le proprie mosse, si interrogano e cercano le risposte. 

Alla fine della lettura appare chiaro come il gioco e le regole, che lo hanno contraddistinto per un secolo, stiano effettivamente cambiando, quindi viene da chiedersi: perché non entrare in questa nuova stanza e darsi la possibilità di giocare quest’intrigante partita?

Se “perché no!?” potrebbe essere la risposta, allora rivolgersi ad un professionista è la prima mossa per iniziare a giocare

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