Perché Le Persone Tradiscono I Loro Partner e Come La Psicoterapia Può Aiutare Con I Tradimenti

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Articolo scritto dalla Dr.ssa Valentina Moscato 

Il tradimento è quel momento contraddistinto dall’infedeltà da parte di uno dei due partner della coppia ed è riconducibile ad un rapporto sessuale o emotivo con una persona che non è il proprio partner abituale e in quelle coppie in cui la relazione è caratterizzata dalla prospettiva dell’esclusività.
Vivere il tradimento è un’esperienza dolorosa che arriva come uno tsunami e devasta la serenità di coppia e quella personale, portando a perdere la fiducia nell’altro e/o in sé, spezzare e spazzare via i progetti di coppia e mettendo in discussione tutto. 

Che si tratti di una scappatella occasionale o di una vera e propria relazione extraconiugale, il tradimento potrebbe essere espressione di qualcosa che non va all’interno della coppia e/o di dinamiche personali alcune delle quali verranno esplorate di seguito. 

1. Quali sono i motivi per cui si tradisce?

1. 1 Premesse evoluzionistiche

Per rispondere a tale interrogativo occorre prendere in considerazione non solo i fattori prettamente psicologici, ma anche quelli filogenetici, ovvero riconducibili all’evoluzione del genere umano. Innanzitutto, per milioni di anni la promiscuità sessuale è stata vissuta in modo libero e spontaneo, garantendo la riproduzione e la sopravvivenza della specie. Un bisogno che al pari della fame, del sonno, della sete e delle funzioni escretorie fa parte della natura dell’uomo, essendo funzionale alla conservazione del genere umano. Tantoché la sessualità per questa sua funzione si può considerare una forza evolutiva molto diffusa e potente. Addirittura è stato osservato come la stessa componente chimica determini la scelta del proprio partner sessuale. Per poter meglio capire cosa accade nell’uomo è opportuno rifarsi alle ricerche della maglietta sudata, effettuate per primo dallo svizzero Claus Wedekind (1967 – vivente) nel 1995 e poi da altri sperimentatori nello stesso modo o con alcune varianti. Questo esperimento consiste nel fare indossare ininterrottamente ad alcuni individui per alcuni giorni di seguito una maglietta vietando loro di fare la doccia e di usare profumi o deodoranti; tali magliette venivano poi fatte annusare ad individui del sesso opposto. Alcuni annusatori trovavano l’odore di alcune magliette piacevole e di altre disgustoso mentre altri avevano preferenze in parte o totalmente diverse. I feromoni presenti nel sudore sono diversamente rappresentati da individuo a individuo essendo espressione del sistema maggiore di istocompatibilità (Major Histocompatibility Complex, in sigla MHC), un insieme di geni che determina l’immunocompetenza. Ne consegue che quindi l’aroma del sudore è unico per ogni individuo anche se le variazioni olfattive sono subliminali e dunque consciamente impercettibili ma determinanti l’attrazione sessuale verso un altro individuo, talora provata ed inspiegata. La secrezione feromonale è mediata dagli ormoni sessuali per cui mentre nell’uomo essa, veicolata dal testosterone, è costante qualitativamente e varia quantitativamente con l’età seguendo il ritmo di produzione testosteronico, nella donna subisce variazioni qualitative e quantitative differenti non solo nelle due grandi fasi della vita (età fertile e menopausa). Al tempo stesso, è opportuno tenere presente che da un punto di vista biologico l’uomo a qualunque età può potenzialmente fecondare una donna mentre la donna ha un periodo di fertilità di alcuni decenni compreso tra la pubertà e la menopausa. Ritornando ai risultati dell’esperimento della maglietta sudata, i maschi annusatori trovavano piacevole l’odore delle donne che, durante l’esperimento, fossero nella fase fertile del ciclo e sgradevole se le stesse non fossero in fase fertile o se in menopausa naturale o se sottoposte ad ovariectomia bilaterale o se assumessero una pillola contraccettiva. Le donne che hanno preso parte all’esperimento come annusatrici ritenevano gradevole l’odore del sudore che impregnava le magliette solo se in quel momento fossero nella fase ovulatoria del ciclo mestruale e se esso appartenesse ad individui con sistema MHC molto lontano dal proprio; le annusatrici ritenevano sgradevole l’odore delle magliette se nel momento dell’esperimento si trovassero in una fase del ciclo mestruale diversa da quella ovulatoria o se, anche trovandosi in fase ovulatoria, gli individui che avevano indossato erano portatori di un sistema MHC simile o vicino al proprio.Quanto evidenziato dagli esperimenti sopra riportati indica che anche fenomeni, come quello della sudorazione, d’importanza trascurabile ed apparentemente lontani ai fini della procreazione, ne sono invece intimamente connessi. La sudorazione non stimola genericamente l’attività sessuale ma la stimola nel momento in cui la fertilità femminile è al massimo e permette da parte della femmina di scegliere il partner migliore ai fini riproduttivi; infatti, quanto più sono diversi i sistemi MHC dei genitori, tanto più lontano da essi sarà il patrimonio genetico della prole. Se la prole, in seguito alla ricombinazione dei geni paterni e materni, sarà migliore, in senso biologico, da quella dei genitori avrà una linea evolutiva assicurata altrimenti sparirà per effetto della selezione naturale. Anche se il nostro comportamento è portato all’attività sessuale da molti stimoli, alcuni dei quali non consapevoli, questa non è la vera finalità; essa è la riproduzione che ha, a sua volta ha una padrona, che è la Vita che attraverso di essa si vuole perpetuare.

La digressione compiuta mette in evidenza come la pulsione sessuale gioca un ruolo importante nell’accoppiamento e ai fini della riproduzione della specie e del suo miglioramento. Una pulsione sessuale che, nell’epoca preistorica, nonché nelle tribù dei popoli primitivi, era diretta a più partner e non esisteva il vincolo della fedeltà. Infatti, si viveva in clan per aumentare le probabilità di sopravvivenza, si mettevono al mondo molti figli, data l’elevata mortalità infantile, il concetto di coppia era allora innaturale, tantoché la cura e l’allevamento della prole erano garantite dalla tribù. Tuttavia ad un certo punto, l’incremento della popolazione non andò di pari passo a quello delle risorse naturali, ovverosia i viveri iniziarono a scarseggiare, per cui l’uomo cominciò gradualmente a iniziare a dotarsi di alcune regole e principi con cui regolare la vita sociale e le nascite, consentendo così un maggior ordine e sopravvivenza della specie. Pertanto la fedeltà fu una delle risposte culturali per poter limitare la promiscuità e garantire maggiori probabilità di conservazione della specie. Di conseguenza, l’essere fedeli non è un concetto secondo natura, ma è un prodotto culturale anche in quanto una famiglia forte e salda è alla base di uno stato forte e dell’armonia sociale. Una fedeltà che quando viene interiorizzata mediante l’educazione e la cultura, diventa una bussola per le nostre scelte, in quanto è vero che non siamo padroni dei nostri desideri naturali e spontanei, ma di essi siamo responsabili. Ad esempio, se non si mangia da 24 ore e ad un certo punto si presenta davanti agli occhi una fantastica pizza fumante, si può decidere di non desiderare la pizza? L’uomo non è padrone di nessun tipo di desiderio, anche laddove si pensa al desiderio come Vocazione, ovvero esemplificando si desidera di fare l’astronauta, si sente la vocazione di fare quel di lavoro e seppur non si possa padroneggiare questa vocazione che sorge spontanea, al massimo si può solo decidere se fare o non fare quel mestiere. 

1.2 Il Don Giovanni 

Si manifesta tanto in uomini quanto in donne e può riguardare prevalentemente sia l’aspetto sentimentale o love-addiction sia l’aspetto sessuale o sex-addiction. Una lunga serie di avventure amorose gli/le  conferisce sicurezza ed allontana eventuali paure abbandoniche, dato che il  legame non dura abbastanza da determinare dipendenza, probabilmente per sfuggire così a rivivere il timore di essere lasciati e dunque allontanare l’eco della sofferenza per non essere stati la scelta da parte dell’oggetto d’amore edipico cui si è ancora legati. Si tratta di un individuo che conosce alla perfezione l’arte della seduzione, che é campione di performance sessuali, ma che non ha raggiunto una maturità personale, emotiva e psicologica. Infatti è quasi sempre un individuo insicuro, che trova la sua identità (e stima di sé) solo attraverso le conquiste. Alcuni individui, tendenzialmente masochisti e affetti da una sorta di «delirio di onnipotenza», si illudono che solo loro potranno cambiare il/la dongiovanni accendendo il vero amore. Il «mascalzone» o la femme fatale stimolano in questi individui curiosità ed una certa tendenza all’avventura molto di più di un tranquillo partner affettuoso, in grado di dare una certa sicurezza sentimentale ma poche emozioni forti. L’assenza di stabili investimenti affettivi esprime generalmente una difficoltà ad instaurare relazioni affettive mature ed un bisogno di ottenere conferme a livello narcisistico. Essi spesso esplicitano l’impossibilità a vivere senza un partner.

1.3 La controdipendenza

La relazione di coppia porta a vivere dei momenti di profonda connessione e intimità come ad esempio il condividere propri vissuti emotivi, le reciproche fragilità, gli stati d’animo, i momenti passati insieme. Aspetti che accrescono l’unione, i sentimenti positivi e l’inter-dipendenza tra i partner. Tuttavia può accadere che in colui/colei che ha dinamiche controdipendenti ciò può essere vissuto come minaccia alla propria individualità e superamento di quella distanza che è stata posta tra sé e l’altro per timore di legarsi troppo e di provare una sana dipendenza dall’Altro. Quindi il respirare troppa vicinanza, espone alla forte paura dell’intimità e per scongiurarla un modo è il tradimento in modo da poter per recuperare la propria individualità, autonomia e allontanare la possibilità di legarsi affettivamente all’Altro che è vissuto con forte timore e come un rischio al proprio benessere.

1.4 Vendicarsi del partner

Si può verificare che un altro motivo del tradimento è il voler punire il partner di aver tradito e, nonostante il perdono iniziale e consapevole, la spinta inconscia di una sorta di rivalsa, alla lunga, può prendere il sopravvento. Al tempo stesso, può accadere che il sentirsi trascurati, trattati male e non ricambiati per come si vorrebbe può portare al tradirlo/a per richiamare la sua attenzione, per segnalare in modo “eclatante” che qualcosa all’interno della coppia non va e, magari, dopo diversi tentativi di averne parlato, di aver fatto presente all’Altro che le cose non andavano bene, piuttosto che troncare, si ricorre all’agito del tradimento come ultimo baluardo per farsi notare.

1.5 Cercare la conferma dell’essere attraenti

Può capitare che il dubbio sulla propria desiderabilità svolga un ruolo decisivo per cui il tradimento viene vissuto inconsapevolmente come modo per sostenere un Io che manca di fiducia di sé, soprattutto laddove le dinamiche di coppia per uno dei due partner non sono più fonte di tale ricarica narcisistica del suo valore anche sessuale.

1.6 Presagire l’essere lasciati

Un altro motivo per cui si può tradire è temere che il proprio partner lo faccia, proiettando su di lui timori e paure che parlano della propria insicurezza e bassa autostima. Aspetti che nella misura in cui raggiungono il culmine della paura, pensando che quel presagio si possa avverare, allora si anticipano i tempi. Sostanzialmente si tradisce per non avverare il timore di essere traditi, lasciando piuttosto che essere lasciati, in quanto solo così si può esorcizzare una paura molto più intensa ovvero quella di essere abbandonati.

2. Come la psicoterapia può aiutare con i tradimenti?

Vivere un tradimento o compierlo che lil traditore può portare a provare emozioni intense, a ledere l’autostima e a minare la fiducia nell’instaurare nuove relazioni, il ritenere di non esserne all’altezza, di non essere capace a mantenere un rapporto duraturo e stabile, creando una situazione di stallo nella propria vita e un blocco nel procedere attraverso e oltre la ferita. Se stai vivendo una situazione similare, il fermarti ad accogliere le emozioni che stai provando, a cercare di capire le dinamiche accadute, conoscere meglio te stesso in quella ferita, può essere per te un’opportunità di ripartire. Ricorda l’esperienza come segna insegna anche qualcosa e il poter intraprendere un percorso di psicoterapia, attraverso cui esplorare a fondo quanto stai vivendo, avere la guida di un professionista con cui comprendere il senso e il significato delle tue emozioni, pensieri e comportamenti può essere un modo con cui in uno spazio protetto e sicuro poter rinascere e ripartire laddove quella difficoltà ha bloccato il tuo cammino.

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