Perché Non Mi Ami Come Voglio Io? Dall’Amore Alla Crisi

Perché non mi ami come voglio io_Dall'amore alla crisi

Articolo scritto dal Dr. Luca Belotti

1. Cosa vuol dire stare insieme?

La scelta di stare insieme ad un’altra persona e il desiderio di costruire una vita in coppia accomuna molti di noi. Già dall’adolescenza, il panorama verso cui si rivolgono le nuove curiosità ed esperienze ha a che fare con l’intimità e l’affettività amorosa. Tuttavia, diamo molto spesso per scontato ciò che ci spinge a ricercare questo tipo di relazione ed oggi più che mai, alla luce delle nuove modalità di espressione del proprio genere ed orientamento sessuale, vale la pena chiederselo: come mai stiamo in coppia? Cosa ricerchiamo nell’altro?

Indubbiamente, ognuno di noi avrebbe una risposta diversa a queste domande; c’è chi, ad esempio, sente il bisogno di un partner per sentirsi al sicuro, chi per creare una propria famiglia, chi per sentirsi amato, chi per raggiungere la vita che si ha sempre sognato. Le priorità cambiano, da storia a storia, da vita a vita, e così anche le motivazioni. Sono proprio queste motivazioni, però, ad essere la base della nostra vita di coppia, in un incastro di aspettative dell’uno verso l’altro, e viceversa. Infatti, la motivazione che ci spinge alla ricerca e alla scelta di un (o più) partner implica delle aspettative su di lui, proprio come quando da bambini ci aspettavamo, anche se non consapevolmente, che i nostri genitori fossero pronti ad esaudire ogni nostro bisogno. Da adulti, o giovani adulti, ci ritroviamo a voler costruire una nuova relazione significativa, l’unica che possa effettivamente sostituire per importanza quella con i nostri genitori, ma ci ritroviamo a farlo con aspettative e desideri spesso inconsapevoli ma che condizionano la nostra vita di coppia.

2. Ciò che vorremmo dall’altro

Da dove arrivano queste aspettative? Indubbiamente, hanno a che fare con il nostro specifico passato e, per tale ragione, è impossibile dare delle coordinate generiche. Alcuni esempi possono essere:

  1. Voglio che tu mi dia l’amore che i miei genitori non mi hanno mai dato;
  2. Voglio che tu mi faccia sentire potente nella relazione, anche se questo vuol dire litigare;
  3. Voglio che tu mi aiuti a realizzare la vita che ho sempre sognato;
  4. Voglio che tu confermi il mio valore.

Ciò che accomuna tutte queste aspettative, e tutte quelle possibili, è una posizione di passività: ci poniamo nei confronti del nostro partner esattamente come se fossimo in una relazione tra genitore e figlio, ovvero su due piani in cui uno dipende dall’altro per poter stare bene. È naturale, in quanto quella genitoriale è l’unica relazione veramente importante di cui abbiamo fatto esperienza nella nostra vita, la prima entro la quale ci ritroviamo quando nasciamo. Tendiamo quindi a misurare il nostro benessere nella coppia rispetto a quanto ci sentiamo o meno amati, riconosciuti nel nostro bisogno e nelle nostre aspettative, con il baricentro emotivo spostato verso l’altro, a cui ci appoggiamo.

Fortunatamente, quando ci scegliamo e creiamo una relazione di coppia, le aspettative reciproche coincidono, o si completano; non a caso, i primi periodi di una relazione sono quelli vissuti con maggior eccitazione e gioia. D’altro canto, non conosciamo ancora a pieno l’altro, per cui è molto più semplice per noi idealizzarlo come colui o colei che finalmente ci renderà felici, completi. Cosa succede, allora, quando la relazione avanza e ci troviamo nella situazione in cui l’altro non corrisponde più alle nostre aspettative?

3. La crisi della coppia

Quando le coppie si rivolgono ad uno psicoterapeuta, generalmente, hanno un problema legato all’incertezza dell’amore dell’altro. Nutrono dubbi sul sentimento dell’altro nei propri confronti, o sul proprio. Nella mia esperienza, ho trovato molto utile porre a queste coppie una domanda per certi versi strana, inaspettata da un professionista che dovrebbe aiutarli a risolvere le cose, ovvero: “Perché non vi lasciate?”.

Una volta superato lo sguardo di stupore, si apre spesso un dialogo in cui i due protagonisti, al posto di rinfacciarsi tutto ciò che l’altro non gli da più, spiegano le motivazioni per cui amano, o amavano, il loro partner. Ed è sempre affascinante vedere la scoperta dell’uno nel sentire le motivazioni dell’altro, e viceversa. Questo piccolo esempio rende bene l’idea di quanto per la maggior parte del tempo siamo più concentrati a monitorare quanto l’altro sia corrispondente a ciò che vorremmo, rispetto che a esprimere ciò che proviamo in quel momento per lui. Il peso di quelle aspettative iniziali, che ci accompagna per tutto il corso della nostra relazione, porta infatti spesso alla presa di coscienza che quella persona non soddisfa più i nostri desideri, facendoci sentire non amati abbastanza.

È possibile pensare ad una relazione impostata diversamente, in cui tale dipendenza dall’altro per il soddisfacimento dei nostri bisogni non sia la motivazione principale per stare insieme?

Indubbiamente sì, ma serve un grande impegno, che deriva soprattutto dalla scelta nostra, individuale, di farci carico in prima persona del nostro bisogno. Questo significa non delegare l’altro del nostro benessere, della nostra felicità, instaurando così una relazione che diviene realmente “alla pari”, e non di dipendenza affettiva. Significa porsi come soggetti attivi non solo nella coppia, ma rispetto a sé stessi e a ciò che si prova riconoscendolo come nostro. Per meglio spiegare, anche se in maniera molto semplicistica, tale concetto pensiamo alla differenza tra le frasi “Mi fai arrabbiare” e “Mi sono arrabbiato”: nel primo caso, l’altro è il soggetto, lo stato emotivo (rabbia) dipende dalle sue azioni e siamo inermi, passivi rispetto a ciò che proviamo; nel secondo caso, sebbene la rabbia possa sempre dipendere dalle azioni dell’altro, la rabbia è nostra e dice qualcosa di noi, di chi noi siamo e di cosa ci aspettavamo.

La crisi della coppia rappresenta, spesso, una grandissima occasione per poter avviare questo processo di conoscenza reciproca e, soprattutto, di sé stessi. Per quanto non sempre necessaria, la psicoterapia di coppia ha la duplice funzione di rendere consapevoli i due protagonisti di sé stessi, del loro investimento verso l’altro con la possibilità di farsene carico e, in più, di far dialogare queste due parti tra loro, arrivando a costruire un legame nuovo, alla pari.

Se leggendo questo articolo hai ritrovato degli aspetti che riguardano la tua relazione di coppia, o se stai passando un momento di crisi che pensi possa essere visto da questo punto di vista, una psicoterapia di coppia, o individuale, può esserti d’aiuto.

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