Articolo scritto dalla Dr.ssa Sofia Solinas
Oggi, 17 maggio è la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia.
Il presente articolo ripercorre, attraverso un film cult degli anni ’90, le paure che si destano negli animi umani e che danno luogo a ferite insanabili per tutti coloro che diventano bersaglio di tali angosce.
Il film Philadelphia esce nelle sale cinematografiche nel 1993 diventando un’icona per diversi mondi:
- l’ identità omosessuale;
- l’AIDS che proprio negli anni 90’ raggiunge il suo culmine di diffusione e vittime;
- il ruolo della giustizia rispetto a pregiudizi e discriminazione.
1. “Del diritto mi piace il fatto che una volta ogni tanto, non sempre, ma a volte, diventi parte della giustizia. La giustizia applicata alla vita”
Al centro della trama del film ci sono Andy, magistralmente interpretato da un giovane Tom Hanks, brillante avvocato, omosessuale, e sieropositivo licenziato ingiustamente dallo studio presso il quale esercita, poiché inizia a mostrare segni visibili sulla fronte di lesioni di un herpesvirus associato all’AIDS.
L’altro personaggio fondamentale del film è Denzel Washington nel ruolo di Joe, avvocato di stampo conservatore, con profondo astio verso la comunità omosessuale, che sarà la difesa in aula di tribunale di Andy.
Ed è proprio dai pregiudizi che hanno sempre caratterizzato quest’ultimo che viene organizzata la difesa per il suo cliente, rimasta famosa per le parole utilizzate:
Joe: “Lei è omosessuale?”.
Testimone: “Come scusi?”.
Joe: “Lei è omosessuale? Su, avanti, risponda alla domanda… Lei è una checca? Lei è un finocchio, un pederasta, un invertito, un piglia-in-culo? Lei è un aprichiappe, un ossobuco? Avanti, risposta alla domanda… Lei è o non è un gay?!?”
Il film elicita connessioni fra l’omofobia e una malattia che in quegli anni porta con sé l’ombra della morte, diventando un simbolo per tutti i pregiudizi che la popolazione omosessuale vive ogni giorno: il libertinaggio, la facilità nel contrarre malattie, le perversioni sessuali, la paura del diverso.
2. “Questa è l’essenza della discriminazione: il formulare opinioni sugli altri non basate sui loro meriti individuali, quanto alla loro appartenenza ad un gruppo con presente caratteristiche”
Andy nel film si trova a vivere passaggi significativi:
- l’indifferenza da parte di altri colleghi per la sua situazione e innumerevoli porte chiuse di fronte ad una sua concreta richiesta di aiuto;
- i pregiudizi del suo ambiente lavorativo, del suo avvocato difensore e di tutta un’aula del Tribunale, dove in alcuni momenti sembra perdersi di vista un requisito fondamentale che garantisce equità e giustizia per tutti i cittadini;
- la beatificazione nel dolore, nella certezza di una morte che incombe per se stesso, ma anche e soprattutto nella disperazione che si sparge nel cuore dei suoi cari.
3. “I was bruised and battered, I couldn’t tell what I felt, I was unrecognizable to myself”
È sulle note di Bruce Springsteen, Streets of Philadelphia, che si percepisce tutto il dolore e la sofferenza di Andy, che lotta non solo contro la propria solitudine che deriva dell’essere considerato diverso, ma per tutte le emarginazioni di coloro che non vengono compresi, vittime di pregiudizi, stereotipi o generalizzazioni.
Utilità del pregiudizio
Il film si snoda per molte delle sue parti attorno al tema del pregiudizio.
È necessario capire come e perché si innesca per poterlo arginare.
Quando le idee non sono minuziose, è molto probabile che siano il prodotto di una categorizzazione o che, in realtà, siano stereotipi o pregiudizi.
Stereotipi e pregiudizi sono espedienti del pensiero che se da un lato permettono il formarsi di un’idea chiara e soprattutto nell’immediato, dall’altro ingannano facendo credere che il mondo sia comprensibile con un ristretto numero di concetti.
Certo è che tali modalità seminano diffidenza e minano i rapporti interpersonali.
Se anche tu che stai leggendo sei stato vittima del pregiudizio altrui, o ti rendi conto di mettere in atto comportamenti che partono da idee discriminatorie nei confronti degli altri, prenditi cura di te, contatta un professionista che possa aiutarti nel ritrovare autostima, fiducia in te stesso e migliorare la qualità delle tue relazioni sociali.
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