Problemi di coppia dopo la nascita del primo figlio: segnali, cause e soluzioni

problemi di coppia dopo la nascita del primo figlio

Articolo scritto dalla Dr.ssa Tilde Aceti

1. Nascita del primo figlio e difficoltà emotive

La nascita del primo figlio è tradizionalmente e culturalmente intesa come un evento gioioso, quello di cui implicitamente il matrimonio (o la convivenza, in una visione meno culturalmente storicizzata) diviene uno step intermedio nella fase del ciclo di vita di una persona e di una coppia

Tra aspettative e motivazioni più o meno condivise e tempistiche più o meno azzeccate, la nascita del bambino segna un passaggio nel ciclo di vita della persona, che in un’ottica individuale del ciclo di vita (Scabini 1995; Cigoli, 1997) aggiunge al ruolo prevalente di figlio quello di genitore, mentre a livello di coppia il passaggio è da diade a triade (ovviamente nel caso si tratti di un primogenito). Si tratta di transizioni che comportano dei compiti evolutivi per i neogenitori, dal punto di vista psicologico individuale e relazionale, non solo con il partner, ma anche con la propria famiglia di origine.

La nascita del primo figlio può costituire un fattore di rischio per l’equilibrio di coppia e anche individuale dei genitori. Cambi radicali di ritmi, di routine, di abitudini, alterazioni del ciclo sonno-veglia e aspetti legati a eventuali preoccupazioni o senso di inadeguatezza verso i bisogni del neonato sono considerabili come fisiologiche scosse di assestamento che non per forza arriveranno a rappresentare un terremoto interno alla coppia.

2. Problemi di coppia dopo la nascita del primo figlio: segnali

Uno degli scenari più comuni, esito spesso di un investimento molto diverso rispetto alla genitorialità da parte dei due partner, è il crearsi di un legame di coppia verticale, cioè tra figlio e un genitore, che prevale su quello orizzontale (quello cioè tra la coppia dei genitori), con l’effetto di far sentire uno dei due genitori escluso. Nell’immaginario collettivo è più facile che sia la madre a sviluppare un rapporto maggiormente intenso col figlio, quasi esclusivo, facendo sì che l’uomo si senta trascurato ed escluso, ma vi sono casi in cui i ruoli sono invertiti, nonostante il maggior tempo che la madre vive accanto al figlio.

3. Problemi di coppia dopo la nascita del primo figlio: cause

Nelle narrazioni di persone che avviano relazioni extraconiugali od occasionali spesso, l’inizio della crisi di coppia o del bisogno di ‘evasione’ è fatto risalire proprio a un vissuto di esclusione da parte del partner in seguito alla nascita del figlio.

La nascita del primo figlio , può rapidamente passare dal rappresentare la ciliegina sulla torta di un perfetto quadro  familiare a essere un detonatore potente nella coppia genitoriale, sia per fattori strettamente riguardanti la dinamica relazionale tra i due partner, sia per questioni che affondano radici nei legami (irrisolti) con le famiglie di origine, con cui magari uno o entrambi i partner hanno il proprio vero matrimonio psicologico (Andolfi, 1999).

4. Problemi di coppia dopo la nascita del primo figlio: Soluzioni

Non è certo la nascita di un bambino che avvia e crea tali dinamiche, ‘semplicemente’ ne permette il manifestarsi in maniera più evidente, sia perché rappresenta un intenso investimento emotivo, sia perché si moltiplicano richieste di visite (ed eventuali rifiuti), di consigli, di scambi tra la coppia genitoriale e le famiglie di origine. 

Talvolta la situazione precipita fino ad aprire una crisi di coppia, che non è necessariamente l’anticamera della separazione, ma può essere, come l’etimologia della parola ‘crisi’ insegna, anche un’opportunità: la coppia, anche tramite l’aiuto di una consultazione psicologica, può cogliere l’occasione per ridefinire alcune dinamiche relazionali, sia interne che esterne.

5. Come un percorso terapeutico può sostenere la coppia?

Grazie ad un percorso terapeutico, i membri della coppia possono acquisire, a livello interno, modalità di comunicazione più costruttiva e meno distruttiva durante le discussioni, e/o imparare a esplicitare i fattori di malcontento, favorendo un confronto aperto: si tratta di una condizione che è possibile sviluppare nel momento in cui entrambi i partner arrivino ad avere la percezione di una distribuzione equilibrata del potere, maturando l’idea che la verità è relativa. Ammettere che esistano ‘le mie ragioni e le tue ragioni’ e che ‘anche la tue ragioni hanno una certa credibilità’ sono due premesse molto importanti per far sì che i litigi possano essere costruttivi. 

Il nuovo ruolo di genitori, stravolgendo completamente le abitudini di una coppia, può portare con sé difficoltà nell’intesa sessuale dei neogenitori. Un modo in cui la sofferenza della coppia “ prende corpo” vede spesso il passaggio da un corpo vissuto come erotico alla sperimentazione del calo del desiderio. Un percorso terapeutico può dare parola al corpo, trovarne significato e recuperarne il benessere.

A livello di ridefinizione dei legami con l’esterno, una consultazione psicologica può aiutare la coppia a delimitare i propri confini con le famiglie di origine, o meglio, a regolare l’apertura e la chiusura dei ‘cancelli’ che delimitano il territorio della coppia (e della neo-famiglia). Non significa escludere ed escludersi dai propri legami familiari, ma vivere senza sensi di colpa per aver ridefinito regole, distanze ed equilibri.

Il sostegno terapeutico rappresenta una risorsa considerando anche la possibilità che una crisi della coppia porti a una separazione, opzione che non in assoluto rappresenta un esito clinicamente negativo: se è vero, infatti, che si tratta di un lutto da elaborare perché rappresenta il fallimento di un progetto, è comunque un’opzione più evolutiva, sana e preferibile al mantenimento di un legame altamente disfunzionale e patogeno

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