Articolo scritto dal Dr. Antonello Carraca
1. Ruoli e matrici di Ruoli nella Teoria dello Psicodramma Classico
In un articolo di Jacob Levy Moreno, pubblicato nel 1961 sull’American Journal of Psichiatry, l’inventore della metodologia psicodrammatica definisce il Ruolo come “la forma operativa che l’individuo assume nel momento specifico in cui egli reagisce ad una situazione specifica nella quale sono implicati altre persone ed oggetti. Tale “forma” è creata dalle esperienze passate e dai modelli culturali della società in cui la persona vive, ed è sostanziata dalle caratteristiche specifiche delle capacità produttive della persona stessa.”
Definire il Ruolo come “forma operativa” dà spazio a due importanti ricadute teorico/metodologiche, la prima fa riferimento al fatto che ciò che si osserva è l’operatività, il prender forma, il compiersi di un ruolo in una sequenza di momenti lunga quanto necessario perché l’atto relazionale acquisti una sua compiutezza. In altre parole, il Ruolo, per essere riconosciuto deve venire colto nei singoli attimi del suo farsi sino a trovare unificazione in una forma, grazie ad un lavoro di tipo riflessivo, ovvero un atto metacognitivo. Senza tale capacità riflessiva il ruolo si presenta come un semplice “accadimento reale collocato nello spazio nel tempo”, è l’atto di auto-osservazione e di dotazione di senso che rende possibile la trasformazione in immagine mentale. Possiamo quindi definire il Ruolo come la “rappresentazione simbolica della forma operativa che il Sé prende in specifiche situazioni relazionali”. Il fare riferimento alla relazione come luogo nel quale il Ruolo prende forma ed è osservabile comporta un ulteriore essenziale elemento per la descrizione della dinamica di sviluppo e formazione dei Ruoli, ovvero il “contro-ruolo”: in Psicodramma classico si intende per contro-ruolo l’elemento che all’interno della relazione fa da “altro” al Ruolo che è invece attribuibile alla polarità in cui si trova colui che “coglie”, dal suo punto di vista, la relazione e se la rappresenta.
Un ulteriore costrutto chiave è quello di “Matrici di Ruoli”, che può essere pensato come il corrispettivo psicodrammatico dei “Sistemi Motivazionali” della Teoria Costruttivo-Evoluzionista. Come questi ultimi, infatti, tali Matrici si sviluppano a partire da una base innata, prendono forma nei primi scambi relazionali con le principali figure di riferimento e si strutturano nelle successive interazioni con persone e ambiente. Esattamente come i Sistemi Motivazionali, inoltre, comunicano e si influenzano tra loro attraverso un linguaggio principalmente emozionale.
Possiamo quindi pensare i Ruoli come la forma operativa, osservabile e descrivibile di una formazione psichica che fa riferimento a un particolare Sistema Motivazionale, ovvero ad una particolare Matrice di Ruolo. Dallo strutturarsi e dal complessificarsi di tali Sistemi e dalle interazioni fra questi, mediata dalle emozioni, si sviluppa il Senso di Sé di un individuo, come risultato dell’organizzarsi dei Ruoli in Matrici di Ruoli.
Conflitti tra Ruoli differenti – tra formazioni psichiche differenti – rispondenti a bisogni differenti e quindi spesso non coerenti tra loro, causano condizioni difficili per il senso di Sé e il suo funzionamento. Il risultato di tali condizioni sarà osservabile come modalità cristallizzate e poco creative di agire specifici Ruoli, la cristallizzazione riguarderà uno o più Ruoli a seconda della gravità del quadro clinico, fino a espandersi a tutto il Sé nei casi più gravi. Nei casi più comuni invece, la sintomatologia esperita dalla persona sarà caratterizzata da sensazioni di costrizione, di insoddisfazione e/o di impossibilità di modificare la propria condizione con conseguenti ricadute sull’umore e la qualità della vita in generale.
Questa rigidità di azione e di auto-osservazione dei Ruoli è tendenzialmente causata da un tentativo dell’Io, o meglio dei diversi Io, di svolgere uno dei loro principali ruoli, quello di difensore del Senso di Sé – in termini di coerenza ed integrità – che potrebbe essere messo in pericolo da stimoli ambientali e/o relazionali causanti il conflitto tra uno o più Ruoli.
Nel lavoro di Moreno, il Sé (o senso di Sé) è considerato un processo di autorealizzazione, mentre l’Io ne è l’interfaccia con il mondo, è il suo “agente operativo”. Il modo che ha l’Io di operare nel mondo per conto del Sé può essere attivo, nel caso dell’Io-Attore, o riflessivo, nel caso dell’Io-Osservatore. Il primo corre d’ogni dove perché pulsioni e desideri – al servizio del Sé – possano penetrare il mondo, l’Io-Osservatore, invece, interrompe l’azione con una sua individuale ritmicità, valuta e consiglia dando dei rimandi, spesso ricchi di emozione, sull’attività stessa. Con i concetti, osservabili e descrivibili, di Io-Attore ed Io-Osservatore possiamo andare a concludere questa introduzione ai Ruoli Sessuali, al loro sviluppo e all’influenza che la qualità del loro sviluppo ha sul benessere psicologico. Un Ruolo ben sviluppato infatti si presenta come un susseguirsi di momenti relazionali nei quali Io-Attore e Io-Osservatore possono alternarsi in modo armonioso, senza quella pericolosa rigidità che impedisce l’agire spontaneo della persona nei e tra i suoi Ruoli. Essendo i Ruoli organizzati in Matrici di Ruoli che sono tra loro comunicanti attraverso un linguaggio principalmente emotivo vedremo come uno sviluppo sano dei propri Ruoli Sessuali abbia ricadute sul benessere psicologico generale, ovvero sulla coerenza (contrapposta all’ambiguità) del proprio Senso di Sé.
2. Sessualità come strumento relazionale
“Quando due persone si spogliano, si mostrano senza travestimenti o artifici, sentono il profumo dell’altro, mischiano saliva, muco e si penetrano, prende vita quel fenomeno metabolico che alcuni scienziati descrivono e continuano a studiare denominandolo la biochimica dell’amore” (José Fonseca, 2004).
Prendendo spunto dalle parole dello psichiatra brasiliano, risulta abbastanza immediato e semplice cogliere il fatto che l’atto fisico-corporeo non è altro che la componente simbolica di un’intima interazione psicologica, che in quanto tale lascia un importante traccia emotiva.
Lo Schema presentato fino a questo punto dovrebbe rendere evidente il fatto che nel corso di quel processo che potremmo definire come lo strutturarsi della personalità di un individuo, il bisogno fondamentale sul quale si struttura l’emersione e lo sviluppo dei Ruoli, compresi quelli sessuali, è un bisogno prettamente relazionale, tale bisogno precede di tanto l’emersione dei Ruoli sessuali. Questo significa che l’essere umano si muove nel mondo spinto da un istinto di tipo relazionale, la sessualità è solo uno dei suoi strumenti o una delle sue modalità relazionali. Di conseguenza i disturbi della sfera sessuale devono essere letti in una più ampia difficoltà relazionale, che si manifesta, in determinate circostanze, a livello sessuale.
I Ruoli sessuali come tutti gli altri sono composti di Ruoli psicosomatici, Ruoli psicodrammatici o immaginari e Ruoli sociali. I Ruoli sessuali psicosomatici si identificano con la componente biologica, ovvero con tutti quei comportamenti automatici e quelle modificazioni fisiologiche che avvengono in una persona prima e durante un atto sessuale (concetto molto simile alla parte rettiliana del Sistema Motivazionale Interpersonale della Sessualità descritta nella teoria evoluzionistica); I Ruoli sessuali psicodrammatici, fanno riferimento a tutte le azioni fantasticate ed immaginate nell’ambito della Sessualità e della Sensualità, si tratta della parte più prettamente relazionale e psicologica, ricca di desideri ed emozioni; I Ruoli sessuali sociali sono invece quelli molto radicati sul piano di realtà, fanno riferimento all’interiorizzazione di aspetti sociali, valoriali e culturali.
3. Sviluppo dei Ruoli Sessuali: dall’Indifferenziazione all’Incontro
“l’attaccamento corporeo (innato) del bambino alla madre è il precursore del successivo comportamento nel Ruolo sessuale” (J. L. Moreno, 1977)
Nel presentare i passaggi di sviluppo della sessualità come uno degli strumenti relazionali a disposizione dell’Io per consentire la compenetreazione del Sé nel mondo e viceversa, partiamo dal concetto di “posizione” proposto da Melanie Klein in sostituzione del termine “fas”e, in quanto le varie configurazioni relazionali emergenti appartengono di certo all’infanzia, ma apparterranno anche alla psiche adulta. L’idea è quella di stabilire correlazioni tra le fasi di sviluppo psicosessuale ed i modi di essere (posizioni) nelle relazioni amorose o sessuali della vita adulta.
Lo sviluppo di Ruoli sessuali segue lo schema classico dell’emersione dei Ruoli a partire dallo stato di indifferenziazione identitaria e di simbiosi unilaterale con la madre, avremo quindi una prima fase nella quale il bambino non è consapevole della propria identità sessuale. Immediatamente successiva e la fondamentale fase della Relazione /Separazione dal cui andamento dipenderà buona parte dello sviluppo sano dei Ruoli Sessuali in termini di modalità adeguate di relazione a livello sessuale.
Durante il primo anno di vita osserveremo quindi il bambino occupato nell’apprendere le basi del legame relazionale. Egli passa da una indifferenziata attrazione verso gli esseri umani, siano essi persone conosciute o meno, ad un’iniziale capacità di discriminare ciò che è conosciuto da ciò che non lo è. Una volta che il bambino è capace di discriminare le persone conosciute inizierà un processo che porterà all’elezione di alcuni preferiti, come i genitori o persone vicine, ed in relazione con loro inizierà a sperimentare il piacere della presenza, della vicinanza e la sofferenza della separazione. Al primo segno di separazione reagirà con una facilmente osservabile serie di reazioni emotive: ansietà, rabbia, tristezza. I meccanismi di difesa che il bambino svilupperà per relazionarsi e proteggersi dalla penosità delle emozioni connesse alla separazione/perdita, saranno gli stessi meccanismi che a partire dalla pubertà, con l’emersione dell’attrazione sessuale, entreranno in funzione nel giovane che, una volta definite delle figure preferenziali (il corrispettivo delle persone “elette” nella prima infanzia), sperimenterà l’ansietà-paura-disperazione della separazione (paura di essere rifiutati) e la rabbia o la tristezza del non essere stati scelti dalle figure preferenziali. L’equilibrio o il disequilibrio delle dualità che il bambino va apprendendo (amore-rifiuto, relazione-separazione, piacere-sofferenza) rappresenta un passaggio di sviluppo fondamentale nel dividere ciò che è sano (autostima e tolleranza delle frustrazioni) da ciò che è patologico (disturbi dell’identità). In questo periodo iniziano a strutturarsi i rudimenti di un Io ideale che se troppo distante dall’Io reale va a complicare e talvolta impedire il sano sviluppo dei Ruoli sessuali e relazionali in generale. Un’ulteriore fase (posizione) fondamentale è quella delle Relazioni corridoio, ovvero una fase possessiva ed esclusiva dello sviluppo delle modalità relazionali del bambino nella quale egli possiede già un’identità e distingue l’altro, ma sente che questi esiste solo per sé. Si tratta di un riattivarsi un po’ più maturo, grazie anche allo sviluppo organico e neuropsicologico, del suo recente passato nel quale viveva dentro una bolla simbiotica (simbiosi madre-bambino). Questa è una fase nella quale emerge la possibilità di sperimentare in futuro quel fenomeno relazionale caratterizzato da una serie di reazioni biochimiche specifiche, definito passione amorosa/sessuale: “la passione amorosa corrisponde ad uno stato di esaltazione dell’umore, un’ebbrezza” d’amore in cui la droga è l’altro”. A partire da questa posizione lo sviluppo sano dei Ruoli sessuali/amorosi risente in particolare della possibilità di muoversi in modo armonico e flessibile tra il piano di realtà e quello di fantasia, facendo sì che i Ruoli sessuali psicodrammatici possano influenzare quelli sociali e viceversa. Se questa fase viene attraversata e interiorizzata in modo sano, si avrà quindi una passione sessuale/amorosa telica, cioè reversibile e quindi in grado di trascendere il passato e di rappresentare un’esperienza arricchente per il presente. Nel caso invece di un fallimento di questo passaggio di sviluppo e quindi di un’ interiorizzazione non ottimale di questa posizione, la passione sessuale sarà di tipo transferale, nella quale si persiste in legami di tipo regressivo che sono finalizzati o al ritrovare un legame uguale a quello che si è avuto con le proprie figure d’attaccamento, oppure si sarà mossi da un desiderio compensatorio finalizzato all’ottenere ciò che non si è avuto o ciò che è venuto a mancare.
Con l’emersione della possibilità di fantasticare sulla sessualità, si entra nella fase di sviluppo dei Ruoli sessuali psicodrammatici. Questo Sviluppo avviene grazie alla possibilità di poter giocare i propri ruoli emergenti in una sorta di addestramento al ruolo (Role-playing). È necessario distinguere la fantasia-immaginazione dalla fantasia-azione: la prima ingloba tutte le situazioni sessuali che immaginiamo essere eccitanti e piacevoli e si presenta nello spazio dell’interiorità, quando un adolescente fantastica una scena interpreta il suo ruolo con un certo grado di idealizzazione e interpreta anche il ruolo del partner nella scena immaginaria; la seconda invece si presenta in tutte quelle situazioni di gioco con alto contenuto sessuale (es.”il dottore”), la fantasia-azione consiste in una drammatizzazione spontanea con il coinvolgimento e la partecipazione ludica e corporale di un’altra persona. Si tratta di una vera e propria fase di training, sia interno che esterno dei ruoli sessuali, sia propri che complementari (contro-ruoli).
Il culmine del processo di sviluppo dei Ruoli Sessuali è rappresentato dall’ottimale attraversamento della fase dell’Inversione dei Ruoli, ovvero dall’emersione della capacità di collocarsi in entrambi i poli della relazione sessuale (maschile/femminile, attivo/passivo, dare/ricevere). Questa posizione riguarda il saper riconoscere le sensazioni corporee proprie e altrui e porta con sé la possibilità di apprendere la sensibilità dell’altro. L’apice dell’Inversione di Ruoli è rappresentato dall’Incontro sessuale, un fenomeno che porta ad un alterato stato di coscienza. L’Incontro, sia esso sessuale o di altro tipo (Cura, Cooperazione, Competizione ecc.), è da intendere come un evento relazionale, in quanto abbiamo appurato che il bisogno relazionale precede gerarchicamente quello sessuale, che è al suo servizio come una delle modalità di ricercare l’Incontro stesso. Si tratta di un momento trasformativo che comporta un arricchimento del Senso di Sé e spinge la persona al cambiamento e all’individuazione, in altre parole provoca benessere psicologico dovuto attraverso la possibilità di azione spontanea e creativa dei propri Ruoli relazionali.
Essendo i Ruoli organizzati in Matrici di Ruoli (il corrispettivo dei “Sistemi Motivazionali”) che sono tra loro in comunicazione attraverso un linguaggio di natura principalmente emozionale, un ottimale sviluppo dei propri Ruoli sessuali, ovvero il raggiungimento della capacità di Inversione dei ruoli, porterà a delle trasformazioni positive nelle connessioni tra le diverse Matrici di Ruolo, rendendo l’individuo nel suo complesso più capace di agire in modo creativo altri Ruoli oltre a quelli della sessualità. Nel caso del mancato raggiungimento degli obiettivi di sviluppo psicosessuale delle varie fasi invece, l’individuo sperimenterà una sofferenza psicologica, che potrà essere osservata nelle relazioni come una certa rigidità dei Ruoli dovuta principalmente all’incapacità di distaccarsi da legami regressivi (proiettandoli nelle nuove situazioni) e all’impossibilità dei propri Ruoli psicodrammatici (piano della fantasia/immaginazione) di comunicare in modo armonioso e fluido con i propri ruoli sociali (piano della realtà) e viceversa.
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