Articolo scritto dalla Dr.ssa Giulia Baldini
Introduzione: la trama del film
“Ragazze Interrotte” è un film del 1999 diretto da James Mangold con Winona Ryder e Angelina Jolie. È tratto dal diario di Susanna Kaysen, la protagonista del film.
Susanna è una ragazza di diciannove anni con un cattivo rapporto con i genitori, piena di insicurezze e debolezze. Una sera ingoia un flacone di aspirina con della vodka e viene ricoverata in una clinica psichiatrica per tentato suicidio. Qui incontra altre pazienti affette da disturbi mentali; in particolar modo stringe amicizia con Lisa affetta da un disturbo antisociale di personalità che rappresenta la leader del gruppo. La famiglia di Susanna non accetta la diagnosi della ragazza, soprattutto quando lo psichiatra spiega loro dell’ereditarietà.
Questo film ci permette di scoprire tramite Susanna il disturbo borderline di personalità e il processo per conoscersi meglio e gestire il suo mondo emotivo in modo più funzionale.
Disturbo Borderline di Personalità: definizione e caratteristiche
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, il disturbo borderline di personalità è caratterizzato da una modalità pervasiva di instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e dell’umore, nonché una marcata impulsività. Queste devono essere comparse nella prima età adulta ed essere presenti in vari contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi:
- sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono.
- un quadro di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate dall’alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione.
- alterazione dell’identità: immagine di sé e percezione di sé marcatamente e persistentemente instabili.
- impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto come ad esempio promiscuità sessuale, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate, ecc.
- ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari, o agiti autolesivi.
- instabilità affettiva dovuta ad una marcata reattività dell’umore (per es., episodica intensa disforia, irritabilità o ansia, che di solito durano poche ore, e soltanto raramente più di pochi giorni).
- sentimenti cronici di vuoto.
- rabbia immotivata e intensa o difficoltà a controllare la rabbia.
- ideazione paranoide, o gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress.
La sfera delle relazioni interpersonali è una delle aree maggiormente problematiche in pazienti con disturbo borderline di personalità ed è caratterizzata da relazioni instabili e conflittuali oltre che caotiche ed instabili. Chi soffre di disturbo borderline inoltre mostra la tendenza a oscillare tra fasi di idealizzazione e svalutazione dell’altro e tende a vivere con un’intensità emotiva molto marcata e piccoli segnali di rifiuto, critica o disattenzione. Pervasiva è inoltre la paura dell’abbandono che spesso porta chi soffre di questo disturbo a fare di tutto pur di non essere abbandonato. Le reazioni ai segnali sociali negativi sono inoltre spesso esagerate e caratterizzate da rabbia, ansia e aggressività.
I pazienti con disturbo borderline di personalità presentano inoltre disturbi della sfera cognitiva e nell’immagine di sé. L’immagine di sé risulta povera e poco sviluppata, accompagnata da cronici sentimenti di vuoto e di noia. Lo stile cognitivo è prevalentemente dicotomico, dominato dalla dinamica del “bianco o nero” oppure “tutto o nulla”.
La disregolazione emotiva è uno dei sintomi caratteristici del disturbo borderline di personalità. I pazienti borderline mostrano infatti frequenti e repentini cambiamenti dell’umore e una grande difficoltà nel gestire le proprie emozioni.
Inoltre i pazienti con disturbo borderline mostrano alti livelli di alessitimia (New A.S. et al, 2012), cioè mostrano una patologica incapacità a riconoscere e descrivere le proprie emozioni.
Sintomi comportamentali del Disturbo Borderline
I sintomi comportamentali più comuni nel disturbo borderline riguardano la difficoltà che questi pazienti hanno nella gestione delle frustrazioni e più in generale nella regolazione delle emozioni.
Chi soffre di disturbo borderline mostra inoltre una maggior difficoltà a prevedere le conseguenze negative (per sé o per gli altri) delle proprie azioni. Sono portati a compiere gesti rischiosi come guidare in modo spericolato, avere rapporti sessuali a rischio, utilizzare sostanze stupefacenti. In situazioni di stress emotivo (ad esempio quando stanno provando rabbia), tendono a reagire in modo aggressivo e fisico, faticando a inibire comportamenti inappropriati.
Chi soffre di disturbo borderline di personalità adotta spesso ricorrenti comportamenti autolesivi (come, ad esempio, procurarsi tagli sulle braccia Solitamente, questi comportamenti vengono utilizzati dai pazienti per “gestire”, anche se in modo disfunzionale, emozioni troppo intense.
La maggior parte degli autori è concorde nel ritenere l’origine del disturbo causata da fattori genetici predisponenti e cause e fattori ambientali precipitanti.
Esperienze negative subite durante le prime fasi di vita sono fortemente associate al disturbo borderline di personalità (Affifi et al., 2011). Maltrattamenti durante l’infanzia, abusi fisici e sessuali, assenza di supporto genitoriale e vissuti di abbandono possono infatti aumentare il rischio di sviluppare il disturbo. Nonostante questo, il rapporto causale non è diretto; è possibile infatti sviluppare un disturbo borderline di personalità anche in assenza di traumi o vissuti particolarmente negativi in età infantile (Hengartner et al., 2013).
Trattamento del Disturbo Borderline
Il trattamento del disturbo borderline di personalità prevede necessariamente una psicoterapia strutturata. La terapia dialettico comportamentale, ideata da Marsha Linehan negli USA e oggi impiegata largamente anche in Italia è quella che sembra avere maggiore efficacia per la cura di questo disturbo. Sono utili anche la Schema Therapy e la terapia Metacognitiva Interpersonale. L’urgenza è di interrompere i comportamenti aggressivi e autolesivi e in seguito, si lavora sul mantenere una rappresentazione stabile di sé e dell’altro e sulla gestione della disregolazione emotiva e della conseguente impulsività.
Dichiarata sana e rispedita nel mondo. Diagnosi finale: borderline recuperata. Che cosa voglia dire ancora non l’ho capito. Sono mai stata matta? Forse sì. La follia non è essere a pezzi o custodire un oscuro segreto. La follia siete voi o io, amplificati: se avete mai detto una bugia e vi è piaciuto, se avete mai desiderato di poter restare bambini in eterno… Non erano perfette ma erano amiche mie.
Negli anni 70 quasi tutte erano uscite e vivevano la loro vita. Alcune le ho riviste, altre no, mai più. Ma non c’è un giorno in cui il mio cuore non le ritrovi.
dal film “Ragazze interrotte” di James Mangold
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