Articolo scritto dal Dr Fausto Cristiano
Ti è mai capitato di girarti e rigirarti nel letto e di non riuscire a prendere sono perché mille pensieri ti attraversano la mente? Ti è mai successo di continuare a pensare per giorni ad un evento passato che ti ha creato del disagio? O forse sei stato preda a continue preoccupazioni per un evento che potrebbe verificarsi in un imprecisato futuro, e che nella tua mente si configura come una catastrofe?
Se ti è successo niente di preoccupante. Capita a tutti a volte di continuare a pensare a qualcosa che ci preoccupa. Il nostro è un tentativo di trovare una soluzione al problema. Tuttavia questo meccanismo può diventare un’abitudine controproducente se diventa un’attività in cui rimaniamo imprigionati, che porta via molto tempo ed energie mentali, e soprattutto non ci porta a trovare alcuna soluzione reale. Quando questo accade ci troviamo di fronte a un processo mentale simile che si configura in due modi: il rimuginio e la ruminazione.
Il dato importante è che rimuginio e ruminazione sono un fondamentale fattore di mantenimento di diversi disturbi psicologici: depressione, disturbo d’ansia generalizzato, disturbi dell’alimentazione e ansia sociale.
1. Ruminazione: definizione
Come il nome suggerisce, questo fenomeno è simile al modo di nutrirsi dei ruminanti che rigurgitano il bolo alimentare e passano moltissimo tempo a masticare.
Susan Nolen-Hoeksema ha definito la ruminazione come “un concentrarsi passivamente e in modo ripetitivo sui sintomi della propria sofferenza e sulle circostanze che accompagnano tali sintomi.”
Le persone che hanno imparato a ruminare tendono a pensare molto al passato e a porsi incessantemente domante del tipo: “Perché è successo proprio a me?”, “Perché continuo a stare male?”. Tendono inoltre a focalizzarsi sulle perdite ed i fallimenti passati, sui propri errori, ed il risultato è un marcato auto giudizio negativo. La convinzione di fondo è che riuscire a capire il passato aiuterà a stare meglio. In realtà così facendo ci si trova invischiati in una ragnatela di pensieri che non portano a nessuna soluzione pratica. Il risultato può essere uno stato di sofferenza e profonda tristezza. Diverse ricerche hanno dimostrato che la ruminazione aumenta l’umore negativo, aumenta i pensieri negativi così come il ricordo di eventi passati negativi, interferisce con la capacità di concentrarsi. Cosa ancora più importante lo stile ruminativo favorisce il mantenimento di un disturbo depressivo, così come la possibilità di una ricaduta.
2. Rimuginio: definizione
Nel caso del rimuginio le preoccupazioni della persona sono rivolte al futuro. Si manifesta con pensieri ricorrenti legati alla possibilità che accada qualcosa di brutto. In questa modalità il pensiero è astratto, prevalentemente verbale (dialogo interno) senza che compaiano immagini mentali. Il soggetto è preda di numerosi pensieri del tipo “E se succedesse che? (mi ammalassi, la mia compagna mi lasciasse, fossi licenziato)…..sarebbe terribile, devo evitarlo assolutamente.” Per fare in modo che l’evento temuto non si verifichi, la persona continua a pensare a tutto quello che potrebbe accadere, immaginando scenari multipli, nell’erronea convinzione che questo l’aiuti a prevenire un danno ipotetico. Il risultato è in realtà uno stato di perdurante ansia e incertezza.
3. Come combattere Ruminazione e Rimuginio?
Dati i numerosi effetti negativi che il rimuginio e la ruminazione producono è importante imparare a contrastarli.
Prima di tutto ruminatori o rimuginatori non si nasce ma si diventa. In altre parole si impara a sviluppare questo stile di pensiero, così come qualsiasi altra abitudine. È possibile quindi imparare abitudini e modalità cognitive più funzionali.
La prima cosa da fare è rendersi conto di quali possono essere gli stimoli (trigger) sia interni che esterni che danno via al processo. Può essere utile tenere un diario degli episodi ruminativi/rimuginativi in cui riportare cos’è accaduto prima, durante e quali sono state le conseguenze (come mi sono sentito dopo aver ruminato?).
Con il tempo è possibile rendersi conto in maniera sempre più accurata e veloce di quando il meccanismo si avvia ed è possibile quindi interromperlo volontariamente.
Quando risulta difficile uscire da soli dalla palude di questi meccanismi mentali è utile chiedere aiuto.
La terapia cognitivo-comportamentale focalizzata su ruminazione e rimuginio ha dimostrato di essere un efficace trattamento per questo tipo di problema.
Anche la pratica della Mindfulness (una serie di pratiche basate sulla meditazione orientale) permettendo un’osservazione distaccata dei propri contenuti mentali può rivelarsi utile per sviluppare la capacità di lasciare andare i pensieri senza esserne invischiati.
Conclusione
Concludendo se riconosci di passare troppo tempo a seguire pensieri che non ti portano nessun beneficio ma anzi ti fanno soffrire, non credi sia arrivato il momento di fare qualcosa?