Separazione e divorzio: quando andare dallo psicologo

DIVORZIO: LE SEI STAZIONI DI BOHANNAN

Articolo scritto dalla Dr.ssa Laura Mandelli

1. Separazione e divorzio: un’esperienza soggettiva 

Elaborare la fine di una relazione è un processo complesso e delicato perché espone il soggetto alle sue più profonde fragilità e paure. E’ importante ricordare, anzitutto, che ogni situazione è a sé: ciascuno di noi possiede risorse e fragilità che rendono unico e soggettivo il vissuto della separazione e divorzio, a prescindere dalla parte in cui si è al momento di questa decisione.

Una variabile importante è legata alla condivisione di questa scelta: sarà molto diversa l’esperienza dei partner nel caso di scelta condivisa rispetto ad una posizione presa da un solo partner. Un altro fattore importante nell’affrontare questo percorso dipende dai soggetti stessi: dal rispetto e cura mostrati verso il partner, soprattutto quando sono presenti dei figli. 

Le esperienze più dolorose e, purtroppo, le più frequenti, sono quelle in cui solo uno dei due coniugi desidera e decide di separarsi. In ogni caso, sia chi prende la decisione, sia chi la subisce, va incontro a tutta una serie di criticità, paure e difficoltà che,  talvolta, richiedono il supporto di un professionista. 

Chi prende la decisione di separarsi, generalmente, porta con sé vissuti di colpa, timore del giudizio altrui, sentimenti di tradimento da parte del partner che non è riuscito a corrispondere le sue aspettative.   

2. Separazione e divorzio: le fasi

Nel 1969, la psichiatra svizzera Elizabeth Kübler Ross ha formulato una teoria sulle fasi di elaborazione del lutto, attualmente proposte dalla psicologia anche rispetto al tema della separazione e del divorzio. Naturalmente non è possibile definire a priori la durata del processo e, in ogni caso, i vari stadi possono non essere così lineari. Si tratta di un percorso in cui i vari vissuti possono affievolirsi e poi ripresentarsi ciclicamente. 

Le sei fasi sono:

  1. Negazione: la persona tende a negare la perdita come meccanismo di difesa. In questa prima fase dopo la fine di una relazione, una persona può credere che la rottura non sia del tutto reale. Durante questa fase, le persone possono fare frequenti riferimenti all’ex coniuge o addirittura essere convinti che questi tornerà. Generalmente ci vuole un po’ di tempo prima che le persone realizzino veramente ciò che è accaduto.
  2. Rabbia: la persona vive la perdita come ingiustizia e quindi sperimenta l’insorgere di sentimenti di rabbia. Durante questo stadio è frequente incolpare l’ex coniuge per colpe passate ed errori commessi. Questa fase è particolarmente accentuata in caso di tradimento da parte di uno dei due partner.
  3. Negoziazione: la persona comincia a scendere a patti con se stessa e a pensare a delle strategie attraverso le quali riprendere le redini della propria vita. Questa fase è generalmente caratterizzata dal pensiero ruminante e dall’elaborazione cognitiva. La negoziazione implica che la nostra mente si sforzi di dare un senso a tutto ciò che è accaduto, in modo da elaborare nel migliore dei modi l’evento e cominciare il cammino verso l’accettazione.
  4. Depressione: con la presa di coscienza della perdita, la persona si sofferma su tutto ciò che non può più condividere con l’ex partner, avverte la perdita della propria identità come “partner di…” e questo sentimento di perdita può portare a sintomi depressivi. In questa fase, le persone possono fare i conti con la realtà della perdita della persona. Molto frequenti i sentimenti di tristezza o addirittura la sensazione di non riuscire ad andare avanti di fronte a questi sentimenti di negatività. 
  5. Accettazione: in questa fase finale, la persona finalmente riesce a dare un senso a quanto è successo e quindi a guardare al futuro di nuovo con entusiasmo.  Anche se ci si sente ancora arrabbiati o frustrati per la separazione si avverte che è arrivato il momento di lasciarsi il passato alle spalle accettando la perdita e cominciando a progettare una vita autonoma con fiducia. Affinché questo avvenga possono volerci mesi o anni ma, a questo punto, si riuscirà a vedere l’ex coniuge per quello che è realmente:  una persona a cui abbiamo voluto bene, eventualmente il padre dei nostri figli,  qualcuno con si può avere un rapporto civile e rispettoso. In questo ultimo stadio si torna ad investire su se stessi instaurando nuove amicizie o relazioni sentimentali

3. Separazione e divorzio: come la psicologia può aiutare

Considerando che ogni separazione è una situazione estremamente singolare, è importante capire bene quando è il caso di andare dallo psicologo e in che modo farsi aiutare. Meglio un percorso individuale? O sarebbe meglio un percorso di coppia? Come comunicare ai figli questa decisione? Le domande sono davvero tante in questo passaggio di vita così complesso ed è per questo che farsi aiutare da un professionista può fare la differenza

Generalmente si pensa che a soffrire di più, in caso di separazione e divorzio, sia il partner che è stato lasciato, presumibilmente perché la sensazione è quella di subire la decisione. Arrivano vissuti di rifiuto e abbandono, spesso ci si interroga sui propri difetti, ci si sente quelli “sbagliati” e si fanno i conti con il senso di impotenza: il proprio progetto di vita, la propria realtà sta per cambiare drasticamente e ci si sente privati della possibilità di scegliere. In questi casi la sofferenza può essere davvero invalidante nei casi di persone in cui, questi vissuti, vanno a toccare corde già delicate: persone che hanno bassa autostima, che non si danno valore, che hanno sempre sofferto di solitudine o senso di non essere abbastanza per l’altro. Ecco che allora la separazione rappresenta il “dito nella piaga” di una fragilità già esistente. 

In questi casi il sostegno psicologico e la psicoterapia possono aiutare questa persona ad affrontare la separazione lavorando su questi aspetti profondi e radicati. E’ possibile anche intraprendere un percorso individuale se si sente l’esigenza di fare un lavoro su se stessi oltre che sulla coppia che si sta sciogliendo. 

Nei casi in cui sono presenti dei figli è davvero fondamentale cercare di vivere questo passaggio di vita nel modo più responsabile e rispettoso possibile, malgrado la grande sofferenza provata. I figli captano immediatamente e intensamente tutti i vissuti dei genitori, le cose dette ma soprattutto i “non-detti” che aleggiano in casa in modo ancora più pesante. Se i partner si rendono conto che la sofferenza impedisce una gestione del conflitto o una comunicazione serena, questo è il caso di lasciarsi aiutare da uno psicologo in modo tale da concedersi lo spazio per vivere il proprio dolore, alleggerire il carico emotivo e cercare di gestire questa fase in modo rispettoso.

 I figli non solo hanno bisogno di sentirsi amati ma hanno altrettanto bisogno di sentire che i genitori si rispettano vicendevolmente. Viceversa si sentiranno costretti (anche inconsapevolmente) a dover scegliere da che parte stare in una dinamica estenuante e a sentirsi “tirati” da un affetto all’altro. I figli di genitori che hanno vissuto una separazione difficile manifestano vissuti dolorosi anche da adulti, allorquando si apprestano loro stessi ad instaurare una relazione significativa.

Conclusione

La separazione e il divorzio rappresentano un passaggio di vita che costringe, inevitabilmente, a fare i conti con noi stessi come individui, partner e, talvolta, genitori. Oltre che la messa in discussione dei partner come soggetti, le persone fanno i conti con il fallimento di un progetto di vita che credevano durasse per sempre. Questa esperienza non coinvolge solamente due persone ma due famiglie, figli e tutta la cornice di relazioni che riguardava la coppia. Affrontare tutti questi aspetti e i vissuti dolorosi ad essi collegati, richiede senza dubbio un grande lavoro su se stessi e sul proprio ruolo come partner e genitore. E’ necessario affrontare la fase del dolore, della paura e della solitudine.

Provare ad accettarla, elaborarla e lasciarla andare guardando con rinnovato interesse e fiducia al proprio futuro. Il sostegno di un professionista può fare la differenza per non rimanere incastrati in questa sofferenza e ricordarsi che non si finisce di esistere con la fine del rapporto ma che è possibile reinventarsi e riscoprire se stessi in un luce nuova.

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