Articolo scritto dalla Dr.ssa Beatrice Maiani
Al giorno d’oggi più o meno tutti possediamo profili social e quando vi entriamo veniamo inondati da immagini sessuali più o meno esplicite e/o foto di manicaretti cucinati o ordinati al ristorante, talvolta affiancati a commenti volutamente ambigui. 1.
1. Desiderio e Appetito
Sesso e cibo sono da sempre in stretta correlazione: entrambi nascono in risposta a dei bisogni fisiologici primari finalizzati alla sopravvivenza della specie ed entrambi conducono ad una sorta di appagamento psico-fisico.
Sia il piacere sessuale che quello della gola conducono ad un appagamento dei sensi inducendo naturalmente una sensazione di benessere che è potenzialmente alla portata di tutti.
Se non soddisfatto, l’appetito dei sensi si può convertire in appetito di cibo questo anche grazie alla collocazione dei circuiti del desiderio e quelli della fame che, da un punto neurologico, hanno origine dalle stesse aree cerebrali e sono controllati dagli stessi ormoni.
Psicologicamente e fisiologicamente l’alterazione di una delle due funzioni tende ad influenzare l’altra. Si pensi ad esempio all’amenorrea ed alla mancanza di desiderio che generalmente fanno parte di una sintomatologia correlata all’anoressia.
Un ulteriore aspetto comune da tenere in considerazione ha a che fare con l’autocontrollo e l’autoregolazione: il “giusto” è lecito e concesso, i comportamenti eccessivi (es: abbuffate e abitudini sessuali estreme) sono socialmente mal tollerati. Sessualità ed appetito si destreggia continuamente in costante tensione tra pulsione e repressione; istinto e civiltà.
Infine sia il sesso che il cibo ricoprono anche una funzione detta sociale: solitamente si mangia e si fa sesso con altre persone. In assenza di condivisione entrambi i comportamenti possano risultare “anomali”. Prendiamo in considerazione l’autoerotismo: per secoli è stato bandito e non accettato in quanto espressione di una sessualità deviata o perversa; visione ormai più che superata.
2. La Vetrina dei Social
In tempi di distanziamento sociale, di una società che Bauman definiva “liquida” si cercano rapporti e relazioni meno impegnative e durature, prevalentemente basate sulle apparenze dettate dall’immagine che ciascuno vuole trasmettere di sé.
I social sono lo strumento che consente di esaltare quello che pensiamo essere il nostro lato migliore, nonché di mostrarsi per quello che vogliamo sembrare seguendo una tendenza che va verso una sorta esibizionismo quasi patologico.
I social, nel tempo, hanno contribuito a cambiare abitudini e atteggiamenti; da un lato creando occasioni per i più timidi ma dall’altro aumentando disinibizioni e provocazioni. Questo grazie (o per colpa) del filtro tra vita reale e vita virtuale; il rischio conseguente è ampliare questo divario fino ad una sorta di depersonalizzazione e disinvestimento dalla realtà.
I selfie diventano l’occasione di presentarsi, come in una sfilata; il mezzo privilegiato con cui esprimere uno stato d’animo o mostrare un particolare del proprio corpo.
I nostri profili social diventano dunque il nostro biglietto da visita e, per apparire interessanti in alcuni casi arriviamo ad esporci con foto o commenti a scopo più o meno velatamente sessuale. Dietro ad un computer siamo infatti più coraggiosi e tendenzialmente viene più semplice mostrarsi, ammiccare, flirtare pensando di essere in qualche modo tutelati da una forma di anonimato e/o di distanza fisica.
Il gioco della seduzione però può essere più o meno esplicito ed utilizzare il cibo come sostituto è molto frequente. Per catturare l’interesse dell’altro la sensualità rimane una carta vincente ma per evitare di sembrare troppo espliciti magari ci limitiamo ad essere allusivi utilizzando un surrogato più socialmente accettabile: il cibo.
Nel tempo i social hanno anche portato cambiamenti anche nel rapporto con il cibo che va dal modo di condividere le occasioni conviviali, alle modalità di scelta dei ristoranti, nonché alla reazione che speriamo di ottenere.
Da anni la televisione ed il web sono invasi da programmi, pubblicità e discorsi intorno al cibo; discorsi che si basano sempre più sull’estetica: il cibo non è solo nutrimento ma è relazione, una prendersi cura in qualche modo ma questo non è più soddisfacente, deve essere accattivante, “provocante”, bello.
Anche in questo caso l’apparenza gioca un ruolo determinante: spesso ci interessa più suscitare delle reazioni, stuzzicare, incuriosire, sedurre. Seppur con strumenti diversificati cerchiamo di attirare l’attenzione degli altri sperando in più like possibile per creare un’identità virtuale solida, spesso a discapito di quella reale.
Infatti studi recenti dimostrano che molti adolescenti ordinano dei menù o cambiano le proprie abitudini alimentari solo per poter immortalare l’attimo. Spesso poi, nemmeno mangiano, l’appagamento è legato al solo condividere sui social.
Ultimamente le nuove tendenze verso il mangiare bene possono innescare una vera e propria ossessione la qualità del cibo e la forma fisica. Che possono trasformarsi addirittura in uno specifico disturbo alimentare chiamato ortoressia.
Piacere e tentazione; desiderio e appagamento; mangiare e fare sesso nell’era dei social significa prevalentemente apparire, mostrarci attraenti agli occhi degli altri.
La seduzione è un gioco sociale che coinvolge tutti i sensi e saper sedurre ci fa sentire potenti, desiderati e ricercati. Se però c’è un netto divario tra ciò che mostro e ciò che sono posso incorrere in delle situazioni che possono compromettere autostima ed identità. Ciò su cui occorre fare attenzione è dunque rimanere collegati alla vita reale senza perdersi dietro alla vita che vogliamo mettere in mostra: prima di apparire pensa ad essere.
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