Articolo scritto dalla Dr.ssa Elisabetta Terrone
“Avere sempre sonno e stanchezza è normale?”
“Perché ho sempre sonno, da cosa può dipendere?”
Il sonno eccessivo, o ipersonnia, è la condizione in cui una persona lamenta difficoltà a rimanere vigile e attivo, cedendo con facilità all’impulso di dormire.
La sonnolenza rappresenta una fase di transizione del ciclo sonno-veglia, ma se eccessiva, diurna (non in procinto del riposo notturno) e persistente può rappresentare un campanello d’allarme per alcuni disturbi. Le persone che ne soffrono sono sempre assonnate e stanche, tendono ad addormentarsi in contesti poco stimolanti e non ricevono alcun beneficio dal sonno. Attualmente si stima che circa il 20% della popolazione generale sia affetto da eccessiva sonnolenza diurna caratterizzata da sonno eccessivo.
Questa condizione interferisce con la scuola, il lavoro e con le relazioni interpersonali.
Una volta determinata la causa del sonno eccessivo, il medico può stabilire un piano di trattamento. Può consistere nel cambiamento delle proprie abitudini, modifiche dell’ambiente in cui si riposa e adozione di comportamenti utili a favorire il sonno. Inoltre, è auspicabile un percorso di supporto psicologico per fronteggiare i sintomi e i periodi di cambiamento.
1. Cosa si intende per eccessiva sonnolenza diurna
L’EDS è una condizione medio-cronica che si manifesta nell’impossibilità a rimanere svegli durante il giorno, unita a uno stato di torpore e riduzione del livello di coscienza.
2. Sonno eccessivo: i sintomi
Tra i sintomi dell’EDS ritroviamo l’addormentamento improvviso o in situazioni potenzialmente rischiose, movimenti violenti durante il sonno, senso di spossatezza e debolezza a livello muscolare, episodi di sonnambulismo. Il sonno eccessivo può accompagnarsi a irritabilità, deficit di attenzione, sensazione di pesantezza delle palpebre, sbadigli frequenti e impulso a sfregarsi gli occhi.
La diagnosi da parte del medico avviene previa accurata anamnesi della situazione del paziente, analizzando alcuni fattori tra cui il livello di stress, lo svolgimento di attività fisica e le abitudini alimentari e di riposo. La “scala di sonnolenza di Epworth” è uno degli strumenti diagnostici utilizzati per identificare i casi di EDS.
3. Sonno eccessivo: le cause
Nell’eccessiva sonnolenza diurna in genere la responsabilità è da attribuire a un disturbo del sonno, che può essere di varia natura. Privazione del sonno, insonnia, sindrome delle gambe senza riposo o i disturbi circadiani del ritmo sonno-veglia. Un’istituzione del settore come l’American Academy of Sleep, raccomanda di dormire almeno 7 ore per notte, tuttavia, una percentuale consistente di adulti dorme meno di 5 ore per notte, sfociando dunque dell’eccessiva sonnolenza per la deprivazione di una quantità corretta di sonno. Anche alcuni disturbi respiratori come l’asma possono interrompere le fasi del sonno notturno portando a sonnolenza diurna.
Tra le altre cause del sonno eccessivo vi sono tutte quelle patologie che causano dolori continui e che possono compromettere la qualità del sonno notturno. (artrite, fibromialgia, alcune delle malattie neurodegenerative come la demenza senile o il morbo di Parkinson, disfunzioni metaboliche come il diabete o infezioni vari come meningite o encefalite).
Altri fattori legati al bisogno di sonno eccessivo sono l’obesità, l’uso di determinati farmaci. Il consumo di caffeina o altre bevande eccitanti o l’esercizio fisico intenso poco prima di andare a dormire.
4. Come superare il bisogno di sonno eccessivo
Il trattamento dell’eccessiva sonnolenza diurna consiste nella maggior parte dei casi nel modificare alcune abitudini adottando una serie di misure volte a favorire una adeguata igiene del sonno: stabilire una routine regolare che consenta di dormire almeno 8 ore a notte, non superare i 30 minuti di sonno nel riposo pomeridiano, non utilizzare i dispositivi elettronici quando si è già a letto, consumare pasti leggeri la sera, evitando caffè, alcolici e sigarette, non eccedere con l’attività fisica intensa nelle ore serali, ma preferire attività rilassanti come lo yoga o la meditazione. Durante il giorno, si può intervenire sulla sensazione di sonno privilegiando attività che aiutano a rimanere svegli: esporsi al sole o alla luce intensa evitando così quel senso di rilassamento e torpore tipico della sonnolenza, fare una doccia con acqua fredda che aiuta a riattivare la circolazione e a rimanere svegli, fare attività sportiva.
A livello farmacologico non esiste un trattamento mirato, pertanto i professionisti suggeriscono di intraprendere un intervento di tipo psicologico e comportamentale
5. Come migliorare l’eccessiva sonnolenza diurna con la terapia psicologica
La terapia cognitivo comportamentale (CBT) risulta essere efficace per l’ipersonnia. Il primo step consiste in un momento di psicoeducazione, in cui la persona comprende il disturbo e i suoi sintomi. La parte cruciale del lavoro è rivolta alla gestione delle emozioni dolorose legate alla propria condizione invalidante e limitante, quali la tristezza, l’ansia, la rabbia e la frustrazione. In un secondo momento si mira al potenziamento delle capacità di coping e di adattamento ai cambiamenti dello stile di vita, condividendo regole di igiene del sonno. È dunque una forma di terapia orientata agli obiettivi, implica l’esame e la modifica del comportamento e dei modelli di pensiero sottostanti. Anche parenti e amici possono essere aiutati a comprendere la condizione del proprio caro al fine di attivare una rete di supporto sociale e ridurre l’isolamento della persona.
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