Articolo scritto dalla Dr.ssa Chiara Bergese
Che cosa c’è all’origine della schizofrenia?
È quello che ci si domanda durante e dopo la visione del film “Spider” di David Cronenberg (2002), tratto dall’omonimo romanzo di Patrick McGrath (1991) che narra le vicissitudini di un paziente affetto da schizofrenia, ospitato in una casa di reinserimento nell’Inghilterra di fine anni ‘50.
1.Trama
Nella periferia di Londra Dennis Cleg, soprannominato dalla madre “Spider” per via della sua passione nell’aggrovigliare fili di spago, dimesso dopo molti anni da un ospedale psichiatrico viene ospitato in una struttura di reinserimento, situata nel quartiere dove ha trascorso l’infanzia.
La riscoperta del luogo fa rivivere nella mente dell’uomo i ricordi di quando era bambino che vengono trascritti su un taccuino e che si condensano in flashback: nello specifico, il protagonista decide di scoprire di più in merito al suo passato e alla morte della madre, con la quale da bambino intratteneva un rapporto ai limiti del morboso.
Tuttavia, quando interrompe l’assunzione delle medicine prescritte, la sua mente scivola progressivamente nel disordine generato dal suo disturbo mentale, la schizofrenia, ripercorrendo senza via di fuga i momenti più traumatici della sua infanzia.
Ma l’ossessione nella quale è imprigionato rispecchia la verità oppure è solo frutto di una distorsione della realtà prodotta dalla sua mente?
2. Il disagio mentale
Il disagio mentale è una condizione di sofferenza legata a difficoltà di varia natura che possono presentarsi nella vita e che alterano le caratteristiche fondamentali della persona nel pensiero, nelle emozioni, nel comportamento e nelle relazioni con gli altri.
In via generale, esso è caratterizzato da tensione, oltre ad intensi vissuti di frustrazione, aggressività, tristezza e senso di impotenza.
I disturbi mentali assumono diverse connotazioni anche in base al grado di compromissione da essi determinato.
Facendo riferimento al film, esso si addentra nei meandri della forma forse più seria del disturbo menatale: la psicosi.
2.1. Caratteristiche della psicosi
Con il termine “psicosi” si intende una severa alterazione dell’equilibrio psichico dell’individuo, sovente scatenata da esperienze altamente traumatiche, caratterizzata da una seria compromissione dell’esame di realtà, una frequente assenza di insight rispetto al disagio che si sta vivendo ed una consueta presenza di disturbi del pensiero come i deliri e le allucinazioni.
2.2 Trauma
Situazione che compromette il senso di stabilità e la continuità fisica o psichica di una persona.
È un evento vissuto al di fuori della norma, violento, lesivo che minaccia o ferisce l’integrità fisica e/o psichica di un individuo.
Nel caso di Dennis Cleg, la sua esistenza è stata rovinata da qualcosa che ha visto, qualcosa che, quasi senza nemmeno accorgersene, ha devastato profondamente ed irreparabilmente la sua interiorità.
2.3 Esame di realtà
Complesso processo che consente alla persona di distinguere gli stimoli provenienti dal mondo esterno da quelli provenienti dal mondo interno.
Nello specifico, il protagonista del film distorce la realtà, confondendola in continuazione con le proprie fantasie, quest’ultime frutto di una mera costruzione mentale, non corrispondente alla verità dei fatti accadutigli. Si determina, di conseguenza, una dicotomia tra la verità e la menzogna in cui il passato ed il presente si sovrappongono, catapultandolo in uno stato confusionale che gli rende quasi impossibile scindere la realtà dall’immaginazione.
2.4 Insight
Letteralmente significa “intuizione” ed indica la consapevolezza dei propri sentimenti e, più specificamente, il grado di autocoscienza di un disturbo da parte della persona che ne è affetta.
È evidente come nel lungometraggio in oggetto vi sia una completa assenza di questa dimensione, per cui il protagonista è incapace di rendersi conto sia del proprio disagio sia delle conseguenze da esso determinate nella propria esistenza e in quella delle persone che lo circondano.
2.5 Disturbi del pensiero
I disturbi del pensiero si distinguono in due categorie:
– DELIRI: idee false ed immodificabili caratterizzate da straordinaria convinzione e certezza soggettiva, non soggetta a critica e non derivabile dal contesto culturale di provenienza del soggetto.
– ALLUCINAZIONI: false percezioni sensoriali non associate a stimoli esterni reali. Nello specifico, il soggetto vede immagini di persone, oggetti, scene (allucinazioni visive), sente suoni o voci di minaccia, colpa o grandezza (allucinazioni uditive), avverte odori (allucinazioni olfattive), sapori (allucinazioni gustative) e sensazioni tattili (allucinazioni somatiche) che gli altri non percepiscono.
3. La schizofrenia
La schizofrenia (dal greco σχίζω ‘dividere’ e φρήν ‘cervello’, cioè “scissione della mente”) rappresenta una forma di psicosi, caratterizzata dalla persistenza di sintomi che provocano un’alterazione delle funzioni cognitive e percettive, del comportamento e dell’affettività, suscitando un disadattamento della persona tale da limitare o compromettere le normali attività di vita.
3.1. Peculiarità della schizofrenia
Per poter fare diagnosi di disturbo schizofrenico non si può prescindere dal considerare alcuni segnali. Di seguito un elenco dei più frequenti ed eclatanti:
– BIZZARRIA DI COMPORTAMENTO: nella pellicola di Cronenberg, infatti, Ralph Fiennes esita, inciampa, borbotta ed assume un’andatura goffa che pare riflettere l’instabilità che affligge il suo mondo psichico.
Riempie pagine e pagine con una scrittura disordinata ed indecifrabile, utilizzando taccuini con la funzione di sistematizzare pensieri deliranti appartenenti ad un passato oscuro, non adeguatamente indagato e ad un presente incalzante e persecutorio.
Inoltre, il suo aspetto esteriore trasuda trasandatezza, gli abiti sono consunti e accumulati (indossa tre o quattro camicie sovrapposte come a rimarcare il confine del corpo con lo spazio circostante), l’igiene personale lascia a desiderare, le movenze sono stereotipate e ripetitive.
Anche dall’atteggiamento si evince stranezza: appare chiuso, sospettoso, diffidente, perplesso, distaccato fino all’ostilità.
– UMORE: costituisce l’emozione che colora la percezione che la persona ha del mondo. Denis Cleg alterna fasi di labilità emotiva accentuata, ad altre in cui il tono dell’umore risulta francamente depresso.
– AFFETTIVITÀ: è la risposta emozionale del soggetto; nel film il protagonista ne mostra una assolutamente inadeguata ed appiattita, all’insegna dell’apatia, dell’abulia e dell’anedonia conclamate.
– LINGUAGGIO: viene connotato in base alla velocità che assume, alla qualità e alla quantità. A proposito di ciò, Spider mostra un eloquio piuttosto rallentato, povero, caratterizzato da farfugliamento e confabulazioni o, al contrario, da monosillabi che talvolta sfociano in mutismo.
– CAPACITÀ COGNITIVE E PENSIERO: i livelli di attenzione e concentrazione del protagonista appaiono alterati e decisamente diminuiti. I pochi pensieri espressi consistono in un ibrido tra percezioni che hanno a che fare con il mondo reale e altri aspetti appartenenti ad un universo fantasmatico.
– CAPACITÀ DI GIUDIZIO E INSIGHT: Denis Cleg non risulta assolutamente consapevole dei propri disturbi e delle situazioni che vive e dalle quali viene travolto, con ricordi inaffidabili, sconnessi e sempre più incrinati dalla patologia.
4. Disturbo psicotico: possibile conseguenza di un trauma infantile
In definitiva, pare proprio che Spider abbia sviluppato un disturbo psicotico di tipi schizofrenico, a seguito di un grave trauma avvenuto nell’infanzia, periodo in cui il piano della realtà e quello alterato dalla psicosi, hanno cominciato ad intrecciarsi e a confondersi sempre più, costringendolo a rinnegare i suoi stessi ricordi ai fini della sopravvivenza e a dover fare i conti con i propri “demoni” interni, talmente forti da creare mondi paralleli che non esistono e che, come la tela di un ragno, lo intrappolano all’interno di una psiche fortemente malata e sconvolta, che diventa per lui il più temibile dei nemici.
Spider non ha scampo: sacrifica la verità, scegliendo di manipolare e falsificare inconsapevolmente i suoi stessi ricordi, per garantirsi un ambiente sicuro in cui crescere. È un traumatizzato obbligato a non vedere né considerare il trauma subìto, presentando uno sguardo sulla realtà nettamente trasformato.
Il film incarna una significativa metafora che è rappresentata proprio dalle ragnatele che il protagonista intesse: trame ingarbugliate di fili che non sono altro che il suo disperato tentativo di dare ordine a pensieri ed emozioni, una direzione ed un senso per i ricordi e per la propria mente che porti alla riscoperta di se stesso.
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