Stress, è Davvero un Problema

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Articolo scritto dalla Dr.ssa Marta Zaro 

Quante volte parliamo o sentiamo parlare di stress? Frasi come “è un periodo stressante”, “questo lavoro mi stressa troppo”, “sono sempre sotto stress”, ci accompagnano quasi ogni giorno. Se pensiamo ai modi che usiamo normalmente per descrivere lo stress possiamo constatare che questi hanno sempre un’accezione negativa: lo stress sembra essere un problema da eliminare a tutti i costi, ma è davvero così? Certamente lo stress può costituire un problema e compromettere la nostra salute e il nostro benessere,  ma non sempre accade questo, in questo articolo cercherò di offrire qualche spunto di riflessione per vedere lo stress sotto un’altra prospettiva.

1. Lo stress: un fenomeno naturale 

Lo stress secondo Selye (1996) è una risposta generalmente aspecifica del nostro organismo di fronte a stimoli interni o esterni che possono comprometterne l’integrità o che richiedono uno sforzo di adattamento per ristabilirne l’equilibrio.

In termini più semplici quando ci troviamo a fronteggiare minacce, problemi o sfide il nostro organismo si attiva con una serie di reazioni fisiologiche che prendono il nome di “stress”. Le situazioni che provocano lo stress prendono, invece, il nome di “agenti stressanti” o “stressors” e possono essere, ad esempio, un problema familiare, un esame, una malattia o anche eventi positivi come iniziare un nuovo lavoro o organizzare un matrimonio. 

Se non ci fosse lo stress il nostro corpo organismo non reagirebbe di fronte alle minacce e noi non ci attiveremmo di fronte ad un compito da svolgere o ad un problema da affrontare.

In definitiva si può, quindi, affermare che lo stress è una reazione adattiva che ci permette di attivarci di fronte alle difficoltà ed è utile al nostro organismo per rispondere alle richieste dell’ambiente. 

2. Lo stress che fa male e lo stress che fa bene: distress e eustress

Come abbiamo visto nel paragrafo precedente lo stress è un fenomeno di attivazione normale del nostro organismo di fronte ad alcuni stimoli. Lo stress, tuttavia,  non è un fenomeno solo fisiologico e non è sempre uguale; nel fenomeno dello stress vi sono, infatti, anche componenti psicologiche come le emozioni, i pensieri e la motivazione e aspetti legati alla cultura e alla società cui apparteniamo che rendono lo stress soggettivo. Considerando questo aspetto possiamo osservare diverse sfaccettature dello stress che, come detto sopra, non è sempre negativo.

Una persona che si impegna efficacemente per raggiungere un obiettivo a cui tiene molto sicuramente  sperimenta lo stress, ma questo gli permette di attivarsi e di mettere in campo l’energia necessaria per raggiungere il suo scopo, in questo caso si parla di eustress ossia stress positivo.

In alternativa può accadere, ad esempio, che i livelli di stress siano troppo elevati o prolungati nel tempo o che le energie attivate non siano canalizzate nel modo adeguato e che, quindi, lo stress diventi dannoso in questo caso si parla di distress.

Si può dire in sintesi che il distress rappresenta lo stress negativo che può compromettere il nostro benessere psicologico e anche la nostra salute fisica; l’eustress, invece, è lo stress positivo che ci permette di attivarci in modo adeguato per adattarci all’ambiente e raggiungere i nostri obiettivi. 

3. Affrontare lo stress: il coping 

Come visto sopra lo stress è un fenomeno naturale che riguarda tutti, ma non è uguale per tutti; accade, infatti, che persone diverse reagiscano in modo assolutamente differente allo stesso problema, una delle spiegazioni a questo fatto riguarda il concetto di coping.

Il coping rappresenta l’insieme dei pensieri e dei comportamenti messi in atto per affrontare una situazione considerata stressante. Ciascuno di noi può affrontare un evento stressante in modo differente per questo si parla in letterature di “stili di coping”.

I diversi stili di coping possono dipendere da fattori esterni (ad esempio il tipo di situazione cui si è chiamati a far fronte e le risorse a disposizione) o da caratteristiche dell’individuo come la personalità.

Frydenberg e lewis (1996) individuano due tipologie di coping: il coping focalizzato sul problema e il coping focalizzato sulle emozioni .

Il coping focalizzato sul problema è volto a modificare la situazione stressante, ad esempio, seguire delle ripetizioni per superare un esame difficile; il coping focalizzato sulle emozioni, invece, è volto a lavorare sul modo di reagire ad una situazione e sui significati che attribuiamo agli eventi (questo è molto importante quando si affrontano situazioni che non si possono modificare come, ad esempio, una malattia).

Le strategie di coping che adottiamo possono essere funzionali come, ad esempio, cercare il supporto sociale o disfunzionali come l’evitare di affrontare il problema o l’utilizzo di sostanze.

Spesso non siamo consapevoli degli stili di coping che adottiamo: trovare lo spazio per riflettere e lavorare su questi aspetti può migliorare di molto il nostro benessere: non è importante solo quello che ci accade, ma anche come scegliamo di affrontarlo.

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