Stress lavoro correlato: sintomi, causa e cura

Stress Lavoro-correlato_ sintomi, cause e cura

Articolo scritto dalla Dr.ssa Filomena Iorio

L’ambiente lavorativo può essere motivo di forte stress e generare problemi di salute fisica e mentale causando lunghe e ripetute assenze dal lavoro, bassa produttività e rendimento, con conseguenze negative per lavoratore ed azienda.

In questo articolo affronteremo il tema delle cause dello stress lavoro-correlato ed esploreremo quali sono i sintomi più frequentemente presenti in una persona che lavora e vive in un ambiente lavorativo fonte di stress, inoltre in che modo è possibile reagire e sopravvivere in un ambiente lavorativo “ostile” prendendosi cura di sé, dei propri pensieri e della propria vita relazionale. 

Le cause dello stress lavoro-correlato, i sintomi più frequentemente presenti in una persona che lavora e vive in un ambiente lavorativo fonte di stress ed in che modo è possibile reagire e sopravvivere in un ambiente lavorativo “ostile” prendendosi cura di sé, dei propri pensieri e della propria vita relazionale, sono i temi che andremo ad affrontare.

1. Che cos’è lo stress lavoro-correlato

Lo stress lavoro-correlato è un problema sempre più diffuso che colpisce milioni di lavoratori in

tutto il mondo può avere effetti negativi sulla salute psico-fisica di un dipendente e può essere difficile da gestire se non si conoscono le strategie e le metodologie adeguate. 

L’Accordo Europeo dell’8 ottobre 2004 fornisce la seguente definizione dello stress: “uno stato che si accompagna a malessere e disfunzioni fisiche, psicologiche o sociali e consegue dal fatto che le persone non si sentono in grado di superare i gap rispetto alle richieste o alle attese nei loro confronti”.

A livello normativo il Quadro strategico dell’UE in materia di sicurezza sul luogo di lavoro 2021-2027 esprime “la necessità di sviluppare strategie e azioni congiunte, finalizzate ad anticipare gli aspetti emergenti collegati al cambiamento del mondo del lavoro che possono avere un potenziale impatto sulla salute psicofisica e il benessere dei lavoratori.”

Stando alla realtà dei fatti tutti gli ambienti di lavoro possono essere causa di stress e disagio, ma fortunatamente vi sono molte aziende orientate al benessere organizzativo, disposte ad investire nella prevenzione dello stress, salvaguardando la salute fisica ed emotiva di ogni singolo lavoratore aiutandolo a sentirsi parte integrante e attiva dell’azienda nella quale lavora.

Lo stress non sempre è necessariamente negativo, a piccole dosi fornisce all’individuo quella spinta a migliorare per adeguarsi alle richieste derivanti dal mondo lavorativo (eustress) e contribuisce così al buon funzionamento di un’azienda, al contrario subire in maniera prolungata nel tempo stimoli stressogeni può causare seri problemi di salute, ridurre l’efficienza lavorativa e ricadere negativamente sull’economia aziendale.

2. I segnali dello stress lavoro correlato

Gli indicatori dello stress si manifestano a livello emotivo, cognitivo, comportamentale e fisiologico. 

  • Un individuo stressato a livello emotivo può manifestare sintomi di irritabilità, ansia, disturbi del sonno, depressione, ipocondria, alienazione, spossatezza e problemi relazionali.
  • Le reazioni cognitive possono essere svariate, tra queste si riconoscono difficoltà di concentrazione, perdita della memoria, difficoltà ad apprendere cose nuove, ridotta capacità decisionale.
  • A livello comportamentale un soggetto stressato può utilizzare “strategie di coping” (azioni messe in atto per affrontare gli eventi) inadeguate e fronteggiare lo stress abusando di sostanze stupefacenti, alcol o tabacco, oltre che mettere in atto comportamenti distruttivi.
  • Le reazioni fisiologiche più frequenti sono eccessiva tensione muscolo-scheletrica, problemi alla schiena, indebolimento del sistema immunitario, ulcere peptiche, disturbi cardiaci e ipertensione.

3. Le cause dello stress lavoro correlato

Quando un individuo avverte una discrepanza tra le sue potenzialità e le richieste derivanti dall’ambiente lavorativo si innesca un meccanismo tale da porre la persona in una fase di allarme costante per cui si comincia ad avvertire un vero e proprio malessere che in casi estremi porta a sviluppare sintomi che si manifestano a livello psicosomatico.

Le cause dello stress sul lavoro possono essere di vario tipo, ma spesso includono un carico di lavoro eccessivo, una comunicazione aziendale incerta ed inadeguata, una mancanza di sostegno o di controllo sul lavoro, una presenza di conflitti con colleghi o superiori, un’incertezza sul futuro lavorativo e una mancanza di equilibrio tra vita lavorativa e privata.

Tra le cause intervengono anche fattori soggettivi come ad esempio pressioni emotive e sociali, scarsa autostima, sensazione di non poter far fronte alla situazione, violenze e molestie psicologiche, percezione di una mancanza di aiuto, scarso sostegno da parte della cerchia di familiari ed amici.

Tutti questi fattori possono mettere in pericolo la sicurezza sul luogo di lavoro e incidere in maniera massiccia sul risultato economico di un’organizzazione.

Individuare i segnali ed intervenire attraverso l’utilizzo di tecniche di gestione dello stress riconosciute dalla medicina basata sulle evidenze può migliorare la qualità della vita e la salute fisica e mentale.

4. Come superare lo stress lavoro-correlato

Se andare al lavoro comincia ad essere sempre più demotivante e frustrante e l’ansia e l’agitazione occupano gran parte della giornata lavorativa e non solo, è necessario utilizzare delle strategie per superare il malessere generato dallo stress lavorativo e recuperare il proprio benessere. Vediamo quali sono alcune strategie possibili:

  1. Imparare a prendere le distanze dagli eventi negativi, concentrando l’attenzione sui fattori positivi del proprio lavoro.
  2. Lavorare per obiettivi, è importante darsi delle scadenze per non sentirsi sopraffatti dagli impegni.
  3. Comunicare con il proprio capo e colleghi in maniera chiara e diretta
  4. Utilizzare delle tecniche di respirazione 
  5. Fare delle passeggiate all’aria aperta
  6. Praticare yoga o la meditazione
  7. Alimentarsi in maniera sana ed equilibrata
  8. Dormire un numero sufficiente di ore 
  9. Crearsi una routine rilassante 
  10. Dedicarsi ad un hobby

5. Come curare lo stress lavoro-correlato

5.1 CBT

La psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) rappresenta un intervento terapeutico la cui efficacia è scientificamente riconosciuta ed è utile per affrontare con sempre maggior consapevolezza quelle situazioni difficili che influenzano negativamente pensieri, emozioni e comportamenti. Il terapeuta aiuta il paziente ad identificare gli schemi mentali o assunti di base disfunzionali ed i conseguenti comportamenti controproducenti che acuiscono le sofferenze. Fornisce gli strumenti per imparare a riconoscerli nel momento in cui si manifestano e a sostituirli con strategie di coping più adattive.

Un esempio delle tecniche utilizzate da un terapeuta cognitivo-comportamentale è lo

Stress Inoculation Training (SIT) procedura ideata da Meichenbaum, utilizzata nella gestione dello stress legato al lavoro e anche in altre situazioni per la gestione dell’ansia.

E’ un protocollo che mira a sviluppare la capacità dell’individuo ad affrontare le situazioni stressanti in modo meno doloroso e traumatico. Il metodo aiuta a potenziare le difese della persona fornendo le “coping skill” (un insieme di abilità, comportamenti e strategie) più adeguate a fronteggiare lo stress. Questo trattamento è un metodo efficace per aumentare la resistenza allo stress, riducendo l’impatto emozionale e i costi personali di situazioni stressanti.

5.2 Training Autogeno

Il training autogeno è una tecnica di rilassamento utilizzata per il trattamento di ansia stress e depressione, ideata dallo psichiatra tedesco Johannes Heinrich Schultz.

Questi studiando le risposte psicosomatiche di alcuni soggetti immersi in uno stato ipnotico, notò che a certe sensazioni si associano precisi cambiamenti fisiologici nell’organismo.

Con il training autogeno si sfrutta proprio questo meccanismo prevedendo la ripetizione di visualizzazioni mentali responsabili dell’induzione al rilassamento psicofisico. Grazie all’aiuto di una voce guida, la persona viene indotta alla concentrazione passiva delle percezioni corporee (ad es pesantezza e calore delle braccia, delle gambe ecc.), facilitata dall’auto-suggestione, riesce a catturare e memorizzare le sensazioni di benessere ed a applicarle per gestire i momenti di stress. 

Il training autogeno migliora la gestione emotiva, allevia i disturbi psicosomatici indotti dallo stress (qualunque sia la causa) ed in ambito sportivo incrementa la performance dell’atleta.

5.3 MBSR (Minduflness Based stress Reduction)

Ideata da Jon Kabat-Zinn biologo e professore della School of Medicine dell’Università del Massachusset, questo programma mira a promuovere il benessere dell’individuo attraverso l’utilizzo di alcune pratiche meditative, insegnando a gestire lo stress e favorire il corretto funzionamento delle risorse naturali di guarigione dell’individuo.

Il protocollo MBSR è un veicolo di apprendimento attivo in cui le persone imparano a servirsi dei punti di forza già in loro possesso per migliorare il proprio stato di salute e il proprio benessere sia fisico sia psicologico.

5.4 EMDR (Eye Moviment Desensitization and Reprocessing)

L’EMDR è una tecnica psicoterapeutica ideata negli anni 90 dalla dottoressa F. Shapiro, risultata efficace nell’intervento di sintomatologie che insorgono dopo un evento traumatico o stressante. Con il passare del tempo questo approccio è stato utilizzata anche nella cura di altre patologie tra cui lo stress correlato al lavoro, l’ansia, la depressione e per alcuni disturbi di personalità.

Secondo l’EMDR, i disturbi correlati allo stress emergono da eventi originari traumatici non elaborati e intrappolati nel passato.

Attraverso un riprocessamento di queste informazioni traumatiche “congelate”, si favorisce una significativa riduzione o totale remissione della sintomatologia trauma-correlata.

5.5 Biofeedback

Il biofeedback è uno strumento composto da diversi sensori che vengono applicati in varie parti del corpo. 

Questi permettono, tramite il rilascio di un feedback acustico o visivo, di rendere la persona consapevole delle proprie funzioni corporee normalmente involontarie (battito cardiaco, tensione muscolare, sudorazione, pressione sanguigna, etc.).  

Questa modalità di intervento psicologico consente al paziente di aver un immediato riscontro del proprio stato psico-fisico ed emotivo e di apprezzare in maniera esatta i miglioramenti derivanti dall’utilizzo di tecniche di rilassamento, portandolo all’acquisizione di nuove abitudini regolative.

E’ proprio questo l’obiettivo di questa tecnica, aiutare il paziente a diventare sempre più abile nell’elaborare le mutevoli situazioni di vita e nell’affrontare i problemi che gli si pongono (Goldfried).

Conclusione

Anche se esiste un disegno di legge che impone ai datori di lavoro di adottare misure per valutare, prevenire, monitorare e ridurre lo stress (D. Lgs. 81/2008 e sue Disposizioni integrative e correttive del 2009 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro), non sempre le misure introdotte in azienda risultano efficaci per ogni singolo lavoratore. La risposta allo stress, abbiamo visto, dipende da tanti fattori: situazionali, ambientali, ma soprattutto personali. È l’interpretazione che ogni lavoratore fa della situazione che vive ad essere fonte di stress o meno.

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