Articolo scritto dal Dr. Alessandro Cascone
La vastità del mare, la magnificenza degli oceani: per una moltitudine di scrittori e poeti da sempre questa cangiante massa d’acqua presieduta da Nettuno è stata fonte di ispirazione, pace, serenità, quando non addirittura illuminazione. Scriveva ad esempio Rainer Maria Rilke: “Quando i miei pensieri sono ansiosi, inquieti e cattivi, vado in riva al mare, e il mare li annega e li manda via con i suoi grandi suoni larghi, li purifica con il suo rumore, e impone un ritmo su tutto ciò che in me è disorientato e confuso”. Eppure per molte persone – e magari anche tu, che stai leggendo questo articolo – la vista del mare è tutto fuorché riposante, essendo invece foriera di ansia, paura, minaccia impossibili da superare.
1. Cos’è la talassofobia?
La talassofobia indica una forte ansia o paura per il mare, ed è precisamente categorizzata come “Fobia specifica” dal DSM V: in generale le fobie sono definite come paure estreme o irrazionali, spesso persistenti, che costringono coloro che ne soffrono a evitare l’oggetto o la situazione. La talassofobia si distingue da una più generica paura per l’acqua perché riguarda specificatamente l’acqua profonda (quale appunto quella che si trova in mari, laghi e oceani). Ad esempio una persona che ne soffre potrebbe non riuscire a nuotare in mare, avere paura di salire su un’imbarcazione o addirittura sperimentare ansia anche solo al cospetto del mare, guardandolo da lontano o in foto.
2. Come riconoscere la paura del mare
Nonostante ci possa essere ampia variabilità da persona a persona, generalmente è possibile riscontrare almeno alcuni dei seguenti sintomi fisici: tremore, sudorazione, bocca secca, aumento della frequenza cardiaca o palpitazioni cardiache, difficoltà a respirare, iperventilazione, dolore al petto, sensazione di debolezza, vertigini, nausea, crampi allo stomaco, brividi, formicolio o intorpidimento alle mani. A fianco della casistica di sintomi fisici c’è poi il ventaglio di sintomi ideativi (relativi al pensiero): spesso chi è affetto da talassofobia ha idee ricorrenti relativi al mare, lo sogna, lo immagina, continuando a far girare nella mente il pensiero fisso.
Un importante campanello d’allarme è dato dal fatto che la paura non venga superata dopo più di 6 mesi, sia sproporzionata rispetto al reale pericolo e causi una significativa diminuzione della qualità di vita.
3. Le cause della talassofobia
Individuare cause precise per specifiche fobie è sempre arduo, dal momento che la letteratura scientifica è ancora incerta su eventuali predisposizioni genetiche, ma possiamo prendere in esame il caso più frequente in cui un individuo può sviluppare la talassofobia, vale a dire in seguito ad un trauma oppure per trasmissione dei modelli genitoriali (comportamento appreso): se un bambino dovesse vedere i propri genitori terrorizzati dal mare, facilmente potrebbe associare lo stimolo ad un pericolo e dunque tenersene alla larga in futuro. Per quanto riguarda il trauma, invece, si può facilmente comprendere come una persona che abbia rischiato di annegare, o che abbia subìto un naufragio, o che abbia visto un familiare in pericolo a causa del mare, potrebbe sviluppare un disturbo ansioso.
4. Come gestire la paura del mare
Le persone con fobie di solito faranno di tutto per evitare lo stimolo fobico: questa strategia di evitamento è la più semplice ma, generalmente, inefficace per quanto riguarda il superamento della fobia, dal momento che non ci si espone alla fonte di ansia e dunque pensieri disfunzionali ed emozioni spiacevoli non vengono rielaborate. Se non si vuole rimanere con la paura del mare per lungo tempo, sarebbe meglio procedere diversamente.
Ad esempio è possibile provare ad eseguire qualche tecnica di visualizzazione: mentre sei a casa o in un luogo vissuto come tranquillizzante potresti provare a immaginare te stesso vicino ad acque profonde: quando questa visualizzazione non ti fa più sentire ansioso, puoi passare a immaginare di nuotare vicino a riva, e via via fino ad arrivare ad immaginare di nuotare in acque profonde.
Oppure potresti, quando ti senti muscolarmente teso pensando o guardando il mare, operare un rilassamento muscolare progressivo, contraendo e rilassando i muscoli uno alla volta, cominciando con i piedi e andando verso l’alto
5. In che modo la terapia può far superare la talassofobia?
La terapia può costituire un valido aiuto, attraverso numerosi strumenti: il rilassamento muscolare progressivo e le tecniche di esposizione immaginativa (visualizzazione) nel corso di una terapia possono venire implementati in maniera guidata e dunque più efficace che facendolo da soli, aiutando così la persona a riprendere familiarità con un elemento – il mare – con cui i nostri antenati avevano a fare quotidianamente, in quanto fonte di sostentamento.
Anche la mindfulness spesso rientra nel protocollo di intervento, essendo di provata efficacia: si tratta di una pratica mentale che aiuta il cervello a rallentare e concentrarsi sul presente. Praticando la mindfulness, ti fermi e consideri come si sente il tuo corpo, cosa sta accadendo nella tua mente e cosa sta accadendo intorno a te, e può aiutarti a superare la paura che stai sperimentando in quel momento e diventare più consapevole di te stesso. Oltre alla sperimentazione con l’aiuto del terapeuta di metodi pratici per far fronte all’ansia, parte del lavoro è poi anche risalire alle motivazioni che hanno dato avvio a questa fobia.
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