Tanatofobia: la paura della morte e come superarla

tanatofobia la paura della morte e come superarla

Articolo scritto dalla Dott.ssa Michela Folonaro

Introduzione 

Se in passato l’ambiente domestico e la comunità erano fonte di rassicurazione ed elaborazione della morte di una persona cara, attualmente, in una società consumistica e fortemente materialista, assistiamo ad una incapacità di trattare tale tema, che sfocia spesso in una vera e propria paura della morte.

In realtà, una mancata elaborazione ed esplorazione delle emozioni che si provano riguardo a questo argomento aumenta lo stato di ansia e la paura ad esso associati. 

Risulta fondamentale dunque affrontare l’argomento fin dall’infanzia e mostrarlo come una normale fase della vita, per non far emergere in età adulta fobie specifiche legate alla morte ( la tanatofobia) ed evitamento delle situazioni ed eventi che possono ricondurre ad essa.

1. Cos’è la Tanatofobia?

 Come precedentemente citato, in psicologia la paura della morte prende il nome di tanatofobia, la cui etimologia si riscontra nelle parole greche “thanatos” (morte) e phobos (paura). 

La parola tanatofobia nel suo significato letterale indica quindi la fobia di morire.

Spesso chi prova questa paura mostra sintomi quali:

  1. attacchi d’ansia
  2. attacchi di panico
  3. paura intensa
  4. pensieri di solitudine
  5. pensieri ossessivi sulla morte
  6. tensione e tremolio
  7. pianto e disperazione

Inoltre, in accordo con il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) proprio perché la paura e il panico sono diretti verso un tema specifico, ossia la morte, i professionisti della salute mentale classificano la tanatofobia come una fobia specifica.

La paura della morte è considerata una fobia se la paura:

  1. sorge quando la persona pensa alla morte o di dover morire;
  2. persiste per più di 6 mesi;
  3. ostacola la vita quotidiana e/o le relazioni. 

2. Tanatofobia: come superarla

Quando questa paura diventa invalidante il primo passo che si può intraprendere è quello di parlarne con un professionista della salute mentale, come uno psicoterapeuta. L’aiuto di questa figura professionale favorisce l’esplorazione delle credenze e delle emozioni legate alla tanatofobia e permette di trovare l’approccio terapeutico più adatto per saperla gestire.

Prima di parlare dei trattamenti evidence-based per questo disturbo, ci sono alcuni assunti preliminari da sottolineare: 

  1. ‍la vita è importante, viviamo ogni giorno e solo nel presente possiamo farlo per cui la morte serve a farci comprendere che bisogna cogliere questa opportunità; 
  2. sapere che prima o poi tutto avrà una fine ci dovrebbe stimolare a inseguire le nostre passioni, a vivere la nostra vita come esseri unici e speciali e a dare valore alle persone e alle situazioni che ci fanno star bene.

3. Tanatofobia: il trattamento 

La psicoterapia cognitivo-comportamentale, attraverso l’esposizione al tema che genera ansia e panico, e la tecnica dell’E.M.D.R. rappresentano gli approcci maggiormente utilizzati per trattare la tanatofobia. In base ai livelli di stress e paura della persona, si può optare inizialmente per l’approccio E.M.D.R., in quanto l’esposizione potrebbe non essere elicitare maggiormente tali sintomi.  

Il trattamento inizialmente prevede un lavoro di psicoeducazione sulle fobie e sulla tanatofobia, un’introduzione sulle tecniche dell’EMDR e su tutti gli approcci che si decide di utilizzare durante le sedute e l’insegnamento di tecniche di respirazione e di mindfullness se necessario.

3.1 Terapia espositiva

La terapia espositiva prevede che il paziente affronti la situazione o il tema che gli genera paura e/o panico: in questo caso gli verrà chiesto di ripensare a eventi e situazioni riconducibili alla morte e il cui ricordo è profondamente disturbante. Si chiederà inoltre maggiori dettagli possibili riguardo il contenuto riportato chiedendo anche di osservare delle immagini riconducibili alla fobia di cui soffre. Attraverso questo processo molti pazienti imparano a gestire le emozioni dolorose e a non percepire più questi eventi come disturbanti o intollerabili risultando quindi gestibili anche nella realtà. 

3.2 EMDR

Un’altra tecnica riconosciuta efficace per il trattamento della tanatofobia è l’E.M.D.R.(Eye Movement Desensitization and Reprocessing) che, come precedentemente citato, può essere utilizzata in alternativa o in concomitanza con la terapia espositiva. 

L’EMDR si articola in diverse fasi in cui viene attivata una stimolazione cerebrale bilaterale: il ruolo del terapeuta è quello di far rielaborare il paziente, guidandolo nel movimento oculare alternato o con una stimolazione tattile destra/sinistra, senza intervenire direttamente per permettere la desensibilizzazione dell’ansia e della paura legate alla morte e, contemporaneamente, anche  delle memorie e dei pensieri maladattivi che ne amplificano l’effetto, garantendo quindi di poterne diminuire anche l’attivazione anticipatoria.

L’effetto finale è quello di permettere al soggetto di percepire la paura della morte con più distacco, di sentire le emozioni ad essa associate meno intensamente e con sensazioni fisiche tollerabili.

Conclusioni

Come abbiamo visto la paura della morte può trasformarsi in una vera e propria fobia e darne la giusta importanza è il primo passo per poterne parlare e quindi affrontarla.

Se ci rendiamo conto che da soli non riusciamo a gestire i sintomi legati a questa problematica, parlarne con un professionista potrebbe aiutarci a riprendere in mano la nostra vita e darne il giusto valore che merita. 

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