“Toc Toc” Una Commedia Esilarante sul Disturbo Ossessivo Compulsivo

Toc Toc_ una commedia esilarante sul Disturbo Ossessivo Compulsivo

Articolo scritto dalla Dr.ssa Valeria Amoroso 

Toc Toc è la commedia spagnola, diretta da Vicent Villanueva, che mette in scena in modo ironico il Disturbo Ossessivo Compulsivo. 

Il titolo onomatopeico gioca sul doppio significato, in quanto è la sigla del disturbo T.O.C. (in spagnolo trastorno obsesivo compulsivo) e il suono del bussare. 

Il film, infatti, si svolge all’interno della sala d’attesa di un luminare della psicoterapia, dove un gruppo di sei pazienti si ritrova faccia a faccia, a causa di un disguido tecnico, che ha fatto si che il dottore desse a tutti l’appuntamento lo stesso giorno alla medesima ora.

Questo film rappresenta una delle poche trattazioni esclusive sul D.O.C. con un registro particolarmente divertente, che a volte può essere rischioso, quando si trattano tematiche così particolari e delicate. Nonostante ciò l’effetto è sicuramente suggestivo e coinvolgente.

Man mano che i pazienti bussano allo studio, si delinea un quadro ricco di sfaccettature sul D.O.C.

  • Ana María (Rossy de Palma), signora profondamente religiosa, ha la mania di voler controllare sempre tutto, prima di uscire di casa ricontrolla mille volte se ha preso le chiavi, se ha chiuso la porta, se ha chiuso il gas e il rubinetto dell’acqua, se tutti i contenitori casalinghi sono ben sigillati e se si è fatta il segno della croce. 
  • Blanca (Alexandra Jiménez), tecnico di laboratorio, maniaca della pulizia e del bianco puro, si lava ossessivamente le mani, prestando attenzione a non toccare il rubinetto, le maniglie delle porte e a non toccare qualsiasi oggetto potenzialmente contaminante.
  • Liliana (Nuria Herrero), istruttrice di fitness, manifesta una dipendenza dal suo cellulare ed è affetta da un disturbo, che la costringe a ripetere ossessivamente le stesse frasi o le ultime sillabe delle parole pronunciate da altri.
  • Emilio (Paco León), tassista, ossessionato dai numeri, il calcolo aritmetico e l’accumulo, manifesta un aumento dei sintomi specie in situazioni di stress come durante la guida nel traffico.
  •  Otto (Adrián Lastra), architetto, ossessionato dal divieto di calpestare le righe e maniaco della simmetria tanto da adottare anche un nome palindromo; 
  •  Federico (Oscar Martínez), affetto dalla sindrome di Tourette, incapace di controllare il turpiloquio.

La sala d’attesa del terapeuta diventa il teatro della messa in scena delle manie dei pazienti. L’iniziale imbarazzo e diffidenza dei protagonisti nei confronti l’uno delle problematiche dell’altro porta loro ad ingannare l’attesa, aiutandosi reciprocamente a superare le ossessioni, attraverso una vera e propria terapia di gruppo improvvisata.

Si assiste così allo sviluppo delle risorse del gruppo, per aiutare l’altro a fare i conti con il proprio disturbo. 

Attraverso l’ironia risalta la dura e invalidante realtà di chi soffre del Disturbo Ossessivo Compulsivo. Emergono in modo lampante: la pervasività, la perdita di tempo, i rituali ossessivi ed estenuanti, la sofferenza, l’impotenza e l’angoscia. 

Il film sottolinea anche come questo disturbo sia in grado di stravolgere completamente la vita e di causare solitudine e isolamento.

1. Cos’è il Disturbo Ossessivo Compulsivo

Il D.O.C. si caratterizza per la presenza di pensieri, immagini o impulsi ricorrenti.  Questi innescano ansia o disgusto e “obbligano” la persona ad attuare rituali comportamentali e mentali, per tenere a bada il disagio emotivo.

2. Ossessioni e compulsioni nel DOC

Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi intrusivi e ripetitivi, percepiti come incontrollabili e disturbanti da chi li sperimenta. Le ossessioni determinano emozioni sgradevoli e molto intense, quali soprattutto ansia, senso di colpa e disgusto. La persona per far placare il disagio emotivo mette in atto comportamenti compulsivi. 

Le compulsioni, dette anche cerimoniali o rituali, sono comportamenti (come controllare, lavare/lavarsi, riordinare, ecc.) o azioni mentali (pregare, ripetere formule, contare, ripetere parole). Le compulsioni diventano regole rigide di comportamento e sono decisamente eccessive, talvolta bizzarre a chi le osserva dall’esterno.

Le ossessioni e le compulsioni  sono invalidanti, poiché causano un grande dispendio di tempo, determinando una sofferenza clinicamente significativa e una importante compromissione della vita sociale e lavorativa o di altre aree importanti.

I sintomi del D.O.C. sono molto eterogenei, nella pratica clinica si è soliti individuare alcune tipologie principali:

2.1 Controllo

Le ossessioni e le compulsioni sono dirette al controllo smodato di azioni, pericoli, situazioni, per evitare gravi disgrazie o incidenti.

Vi può essere anche il dubbio ossessivo di aver fatto qualcosa di male, ma di non ricordarlo. Fanno parte di questa categoria i rituali di controllo come: aver chiuso le porte e le finestre di casa, le portiere della macchina, il rubinetto del gas e dell’acqua, Aver spento le luci di casa o i fari della macchina. Oppure di non aver perso cose personali lasciandole cadere o di non aver investito involontariamente qualcuno con la macchina.

2.2 Contaminazione

Le ossessioni e compulsioni sono connesse a irrealistici contagi o contaminazioni.

Diventano contaminanti sostanze come urine, feci, sangue, carne cruda, persone malate, genitali, sudore, ma anche saponi e detersivi, cibi, contenenti sostanze chimiche potenzialmente “dannose”. 

Le sensazioni di poter essere contaminati possono essere anche innescate da pensieri immorali o ricordi di eventi traumatici, in tal caso si parla di contaminazione mentale.

2.3 Ossessioni pure

I sintomi sono pensieri o immagini riguardanti scene, in cui la persona mette in atto comportamenti immorali o inaccettabili (aggredire o ferire qualcuno, avere rapporti pedofilici, tradire il partner, bestemmiare, compiere azioni blasfeme, offendere persone care, ecc.).

Le ossessioni pure, spesso non sono accompagnate da compulsioni, ma vi sono comunque comportamenti finalizzati a placare l’ansia (ad es. ripassare mentalmente il passato per accettarsi di non aver commesso qualche errore). 

2.4 Ossessioni superstiziose

Il soggetto è in preda a regole rigide di comportamento, per cui deve fare o non fare determinate cose, pronunciare o non pronunciare alcune parole, vedere o non vedere certe cose (es. carri funebri, cimiteri, manifesti mortuari), certi numeri o certi colori, ecc. contare o non contare un numero preciso di volte degli oggetti. Violare le regole potrebbe far accadere cose negative a sé o ad altri.

L’evento spiacevole può essere evitato soltanto ripetendo un certo comportamento o facendo qualche altro rituale “anti-iella”.

2.5 Ordine e simmetria

Le persone con questo D.O.C. non tollerano disordine e asimmetria negli oggetti, ciò che provano è una sensazione di mancanza di armonia e di logicità.

Libri, scarpe, cd, abiti nell’armadio, piatti, pentole, tazzine, devono essere riposti in modo preciso e ordinato. Vengono allineati ad es. secondo una sequenza logica (es. dimensione, colore, forma ecc.).

2.6 Accumulo

È un tipo di ossessione che porta a conservare ed accumulare oggetti di vario genere o anche spazzatura (riviste e giornali vecchi, pacchetti di sigarette vuoti, bottiglie vuote, confezioni di alimenti, flaconi di detersivi).

La maggior parte delle persone presentano un certo livello di comportamenti ossessivi, come controllare, mettere in ordine, che però non influisce significativamente sulla propria vita, nel momento in cui invece il disturbo si manifesta in modo eccessivamente rigido e invalidante, è bene chiedere aiuto ad un professionista.

3. Come si cura il D.O.C.

Nella psicoterapia cognitivo comportamentale, la terapia che mostra maggiore successo è l’esposizione allo stimolo ansiogeno con prevenzione della risposta compulsiva. Talvolta può essere necessario affiancare una cura farmacologica.

L’esposizione allo stimolo ansiogeno si basa sul fatto che l’ansia tende a decrescere spontaneamente dopo un lungo contatto con lo stimolo stesso.

Le persone con D.O.C. vengono esposte gradualmente e ripetutamente allo stimolo ansiogeno, fino a quando l’ansia diminuisce. 

L’esposizione ripetuta del paziente deve essere graduale e tollerabile per il paziente, fino a consentire la completa estinzione dell’ansia; contemporaneamente si invita il paziente a non mettere in atto il comportamento compulsivo.

Se pensi che la tua qualità di vita sia limitata da pensieri ossessivi, se senti di aver difficoltà a inibire dei comportamenti compulsivi, chiedere aiuto è importante.

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