Articolo scritto dalla Dr.ssa Leira Muto
“Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa.” Einstein
Il primo incontro, il primo bacio e la prima volta ci hanno lasciato sensazioni talmente forti che sono rimaste registrate in tutte le parti di noi dalla mente alla caviglia. La scomparsa o l’affievolirsi del loro colore e della loro intensità ci rende infelici ed insoddisfatti facendoci iniziare la ricerca verso l’ altro.
L’ altro è qualcosa di attrattivo anche se non conosciuto. Qualcosa a cui tendiamo in maniera naturale ai fini della nostra crescita e del nostro sviluppo, mettendoci in una continua tensione anche piacevole se pensiamo all’atto di sgranchirsi il corpo, probabilmente una tensione che ha bisogno di un campo sereno per svilupparsi positivamente.
D’altronde mettersi in relazione con l’altro implica una parte di perdita di controllo importante, poiché riguarda il nostro piacere che viene a costruirsi attraverso l’essere posseduti. Proprio per le dinamiche interne che vengono a crearsi, potremmo pensare che la ricerca dell’altro è già in sé affascinante, così da renderla molto delicata stimolando le nostre fragilità. Emerge così la necessità di proteggersi, perché le fragilità possono portare a stare male, se non conosciute possono essere ancora più pericolose. La strada comincia ad essere così complicata da percorrere, poiché si trasforma in una corsia unica a doppio senso da una parte il bisogno di protezione, dall’altra quello di affetto. Com’è difficile sentirsi protetti quando si perde il controllo?
1. Difficile, ma non impossibile
L’esame di realtà e la conoscenza di noi stessi potrebbero farci avvicinare alla consapevolezza che piacere e controllo sono vissuti costruiti dentro di noi con tantissimi fili di diversi colori intrecciati dalle nostre esperienze, i nostri desideri, il nostro modo di essere, la nostra famiglia, il nostro quartiere, (..) in modo così preciso e fine che diventa difficile riconoscerne ogni colore.
E se la strada fosse un inganno? Se questa strada a doppio senso fosse solo un’immagine costruita dentro la nostra mente? Il controllo ha a che fare con il potere, ma il potere verso chi? In che posizione? Che intendiamo cioè per potere?
2. Potere: etimologia e ruolo nella relazione
“ Prov. E sp. Poder; fr. Pouvoir:da una forma antiquata lat. POTERE (surrogata in seguito da POSSE, che sta per POT-SE contratto da POTIS-ERRE) che si arguisce dal b. lat POTERET per POSSET potrebbe, POTEMUS per POSSUM possiamo e che trae da POTIS che può e propr. Che domina, onde il comparat. Potior che può di più e potiri divenir padrone, possessore, seignore, dalla rad PA- che serba il concetto di proteggere, dominare Patyate domina|re|, pa-ti ptotegge|re|, paòas sovrano, payu custode, patis signore, marito, patni signora, moglie.” Vocabolario Etimologico
L’etimologia di potere è quindi, riconducibile direttamente al verbo latino poteo e in particolare ad una forma arcaica dell’infinito posse, che è proprio potēre. Diventare padrone di qualcuno. Ma la radice “pa-” rimanda alle precauzioni suggerendo un senso di protezione verso ciò che si possiede.
Conclusione
E se tutto quello che dovremmo riuscire a dominare fosse la nostra anima? Se davanti a noi invece di vedere una strada a senso unico riuscissimo a vedere un’immensa distesa da scoprire dominando il nostro cavallo? Quanto potrebbe essere piacevole e appagante scoprire l’altro sempre in sella di noi stessi? Vedere tutti i colori dei nostri fili interiori ed il modo con cui si sono sviluppati è difficile, ma non impossibile.
Entrare a contatto con la propria vulnerabilità è necessario per riuscire a vivere relazioni con intimità emotiva e di qualità. Se hai difficoltà ad accogliere a pieno te stesso/a, è importante che ti faccia aiutare da un professionista. Prenota eventualmente una sessione gratuita con me.